I sette grandi della terra hanno raggiunto la penisola di Ise-Shima, nel sud del Giappone, dove oggi e domani si svolgerà il G7, accolti dal premier Shinzo Abe che ha scelto il tempio di Ise-Yingu, simbolo dello scintoismo e del Giappone imperiale, per accoglierli aprendo di fatto il summit. La prima sessione dei lavori inizierà con la colazione di lavoro, tutta dedicata ai temi dell’economia mondiale con un focus sulla crescita che farà da protagonista al tavolo dei leader, preoccupati per la debole ripresa ed una domanda in stallo da un angolo all’altro del pianeta. Abe ha indicato l’agenda e, attraverso un intervento scritto sul ‘Wall Street Journal’ è stato chiaro: ‘Il focus principale del summit sarà rivitalizzare l’economia globale, puntando a mettere insieme le politiche monetarie con l’accelerazione delle riforme strutturali e la flessibilità delle politiche fiscali’. Questo indica che Tokyo chiede maggiori investimenti pubblici, perché in situazioni di stallo come quella attuale sono gli unici che possono rimettere in moto la crescita e offre di lavorare sulle riforme strutturali e sulle iniziative per combattere la corruzione, dopo lo scandalo dei ‘Panama Papers’. La speranza di Abe è che la cancelliera tedesca Merkel sia più morbida del suo ministro delle Finanze Schaeuble, sul tema degli stimoli alla crescita. Altrimenti il G7 di Ise Shima rischia di trasformarsi in un braccio di ferro sulle ricette economiche, che favorirebbe le insurrezioni populiste e indebolirebbe anche le altre iniziative in agenda, dal piano comune per la lotta al terrorismo agli interventi per arginare la crisi dei migranti. Obama, anticipando l’agenda degli incontri, l’ha messa in questo ordine: ‘Crescita e accordi commerciali come il Tpp, le minacce regionali come quella della Corea del Nord e quella alla libertà di navigazione, il tema globale dei migranti, l’Iraq, l’applicazione dell’accordo di Parigi sul clima’. Nel pomeriggio di oggi ci sarà prima una sessione sul commercio e poi un primo giro di tavolo dedicato alla politica estera con un focus sulla situazione asiatica. Appuntamento che, probabilmente, sarà l’occasione anche per affrontare la questione nordcoreana. Anche alla cena ufficiale di stasera si parlerà di politica estera ed in particolare di migranti, tema fortemente sostenuto dal premier italiano Matteo Renzi che è sbarcato in Giappone ribadendo la sua volontà di porre la questione al tavolo dei leader, e la lotta al terrorismo. Il premier, arrivato a Ise-Shima, porta al tavolo dei leader G7 l’orgoglio e la dignità degli italiani che salvano le vite in mare. Ma, su questa linea il G7 è ancora diviso, come ha dimostrato l’incontro preparatorio fra i ministri delle Finanze. Con il Giappone sono schierati gli Usa, la Francia, l’Italia e il Canada, mentre la Germania continua a sostenere l’austerity, appoggiata dalla Gran Bretagna. Abe vuole gli stimoli perché per lui l’emergenza dei migranti e quella del terrorismo sono lontane, mentre ha puntato la riuscita del proprio governo sul rilancio economico. Senza soldi, poi, diventa difficile anche finanziare iniziative come il ‘G-7 Action Plan on Counter-Terrorism and Violent Extremism’, che comunque verrà approvato, e contrastare i populismi dall’Europa all’America. Obama non vuole mettere in difficoltà la Merkel, con cui ha stabilito forse il rapporto personale più solido in Europa, e riconosce che la crisi dei migranti e quella del terrorismo Isis richiedono sforzi che hanno ridotto i margini per gli investimenti a favore della crescita. Nello stesso tempo, però, continua a ritenere necessario abbandonare l’austerità. Atteso un confronto anche su Siria, Iraq, Libia e Ucraina. Domani mattina, invece, i leader torneranno a incontrarsi per mettere a punto la dichiarazione finale e affrontare i temi del cambiamento climatico e dell’energia per poi passare alla sessione sulla Stabilità in Asia prima del pranzo conclusivo in cui si discuterà anche di salute, donne e infrastrutture. Nel pomeriggio di domani i leader di Italia, Germania, Regno Unito, Francia e Canada, lasceranno il Giappone per far rientro nei loro paesi. Resterà invece Barack Obama per l’attesa storica visita a Hiroshima, la prima di un presidente americano in carica dall’olocausto nucleare. Prima dell’inizio dei colloqui, secondo l’usanza locale, i leader hanno preso in mano il badile e piantato un albero ciascuno.
Roberto Cristiano