“Ora è il momento delle scuse”. Il capo della Polizia, Antonio Manganelli, dopo la sentenza della Cassazione che punisce i vertici della polizia per l’irruzione alla scuola Diaz, durante il G8 di Genova del 2001, si rivolge direttamente ai cittadini italiani. Parla a quei “cittadini che hanno subito danni e anche a quelli che, avendo fiducia nell’Istituzione-Polizia, l’hanno vista in difficoltà per qualche comportamento errato ed esigono sempre maggiore professionalità ed efficienza”. Il numero uno della Ps, nel definirsi orgoglioso di essere il capo di donne e uomini che “quotidianamente garantiscono la sicurezza e la democrazia di questo Paese” dice di rispettare il giudicato della magistratura ma sottolinea che anche per i poliziotti vale “il principio costituzionale della presunzione d’innocenza dell’imputato, fino a sentenza definitiva”. Ora non è il tempo delle cacce alle streghe, sembra essere il ragionamento di Manganelli: la Polizia di Stato è e resta una istituzione fondamentale per la democrazia italiana, non deve avere e non avrà un trattamento diverso da tutti gli altri cittadini, che ogni giorno tutela, e chi sbaglia paga. Infatti, precisa il capo della Polizia, per assicurare “a questo Paese democrazia, serenità e trasparenza” è stata istituita la Scuola di Formazione per la Tutela dell’Ordine Pubblico” per meglio preparare il personale alla gestione di questi difficili compiti”. Da parte sua, il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, fa sapere che “la sentenza va rispettata come tutte le decisioni della magistratura. Il ministero dell’Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte”.
La sentenza della Cassazione. E’ stata confermata la responsabilità dei vertici della polizia alla catena di comando a Genova, il 22 luglio del 2001, la notte del pestaggio e dell’arresto illegale dei no-global alloggiati alla scuola Diaz durante il G8. I dirigenti che, in seguito a questa sentenza, saranno anche interdetti dai pubblici uffici per cinque anni, sono ben diciassette. Tra i nomi di spicco, per aver firmato i verbali falsi che giustificavano il blitz violento accusando le vittime di aver opposto resistenza accoltellando un agente e nascondendo molotov, ci sono il capo dell’anticrimine Francesco Gratteri (4 anni), il capo del Servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi (3 anni e 8 mesi), e il capo del dipartimento analisi dell’Aisi Giovanni Luperi (4 anni). Gli altri dirigenti con condanna irrevocabile a tre anni e otto mesi sono Filippo Ferri, Massimiliano Di Bernardini, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi, Salvatore Gava e Pietro Troiani. Uno sconto di pena ci sarà per l’ex capo della mobile Vincenzo Canterini.
E dopo la sentenza della Cassazione arriva l’atteso giro di vite ai vertici dei Dipartimenti della Polizia di Stato. Antonio Manganelli ha proposto al Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, che ha condiviso, la nomina del Prefetto Gaetano Chiusolo a Direttore della Direzione Centrale Anticrimine e della Dr.ssa Maria Luisa Pellizzari a Dirigente del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato.