Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Barbara Lalle i suoi commenti su ‘Real Illusion’ messo in scena al Teatro Brancaccio di Roma.
Ieri 29 Marzo 2018, terza e ultima replica al Teatro Brancaccio di Roma per ‘Real Illusion’, lo spettacolo dell’illusionista italiano Gaetano Triggiano, il ‘David Copperfield europeo’.
42 anni, toscano, moro, atletico, espressivo, una bella presenza scenica, e ottime capacità attoriali, una carica di naturale simpatia, Triggiano è uno dei migliori illusionisti al mondo, sicuramente d’Italia, sebbene, finché Silvan è vivo, non potrà esser mai incoronato come tale Silvan e le sue parole misteriche, i trucchi del mago della tv, il suo frack e le scatole prodigiose sono stati il latte con cui si è nutrito Triggiano fin da bambino; e poi la scuola di piccolo maghetto e i primi spettacoli, l’amicizia con Arturo Braghetti che, già famoso, cogliendo da subito le grandi doti del giovane mago, lo aiuterà e gli firmerà la regia del suo primo one man show. Anche Real Illusion che approda al Brancaccio dopo una tournèe in Russia e in Germania, ha la firma registico-artistica del più grande fantasista vivente. Il tour che proseguirà toccando le maggiori città italiane, dal 10 Aprile al 15 Aprile sarà a Milano, al Teatro della Luna. facendo tappa anche a Genova, Sanremo, Torino, Firenze, Bologna, Padova, Brescia.
Lo spettacolo è serratissimo, con atmosfere dark, vagamente steam punk. Musica che colma la scena. Triggiano di nero vestito, appare al pubblico, su una moto. Come puo’ essere apparsa una moto vera, da strada, gigante e pesantissima in un secondo, su un palco? Non lo so, il mondo dell’illusione è così. Quel che sembra è vero, ma non è la verità. Qui tutta la carica simbolica dell’arte di Treggiani, qui il motivo per cui la sala è piena.
Gli piace scherzare. sulla politica, sui neomelodici, su sé stesso e sul suo fiatone, scende fra le poltrone per scegliere i volontari di turno tra il pubblico. Molto si propongono, mia figlia alzerà la mano inutilmente per quasi tutto la serata. Vorrebbe proprio salire, essere magica come Triggiano, il capo della banda di questa sera. In sala molti bambini, ma i commenti degli accompagnatori adulti sono più entusiasti, se possibile, di quelli degli accompagnati.
‘Avevo paura che fosse un po’ spaventoso, invece è divertentissimo’, dice la signora seduta in decima fila, dietro di me.
Cinghie, lacci, corde, lucchetti, apparizioni e scomparse. Ha trick dall’estetica vintage e spiritista, come il tavolino a tre piedi che vola con la sua svolazzante tovaglietta. Bambini chiamati salgono sul palco, diventano delle slot machine. Cadono soldi tintinnanti ovunque, nemmeno fossimo a Las Vegas. Spari e 4 di fiori, fuochi schizzano coreografici dai lati del palco, la musica è potente. Questo nipote di Henry Hudini è proprio forte. E anche un po’ filosofo.
Ce lo dice, l’amore è un’illusione. Che può durare una vita, ma sempre d’illusione si tratta. Se l’amore può pero’ trasformarsi in disillusione, Triggiano mai. Non delude e non disillude con i suoi ritmo e la sua simpatia.
Triggiano ha assi nella manica, come uomo e come illusionista.
Barbara Lalle