“Nell’esecuzione dei tamponi ultimamente c’è stata un’oggettiva flessione: dovremmo considerare la possibilità di andare ad applicare dei programmi ‘alla cinese’: fanno molti tamponi rapidi ma li fanno a milioni di persone”. Lo ha affermato il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, Massimo Galli, intervistato a “Buongiorno” su SkyTG24. “In determinate aree facilita a circoscrivere certi fenomeni e facilita conseguentemente la possibilità che determinate realtà lavorative e di studio possano rimanere aperte” ha continuato il medico, aggiungendo “altrimenti si chiude tutto e si cerca di avere le vaccinazioni ma con i ritmi di arrivo attuali del vaccino non è immediatamente garantita”. Secondo l’infettivologo, i tamponi rapidi di massa servono “per determinate situazioni, in maniera mirata”.
“E’ uno strumento che ha pregi e limiti: i pregi sono quelli dell’immediatezza e dei grandi numeri, i limiti sono quelli della minore sensibilità, ma in una serie di situazioni interessa più il numero della sensibilità. Se per far bene non si fa abbastanza è peggio” ha spiegato Galli, che sul fatto che i tamponi rapidi vengano conteggiati nei dati, ha dichiarato “sono d’accordo con riserva: se il dato è fornito scorporato si capisce cosa significa, se si mette tutto nel calderone rischia di essere un modo per far pensare che ci siano state delle flessioni rispetto al passato e crea confusione”. “Va bene che siano computati – ha concluso – l’importante è che si dica quanti sono gli uni e gli altri, di modo che i numeri continuino ad essere trasparenti”.