Nel corso del processo d’appello per l’ omicidio di Chiara Poggi, l’ accusa ha chiesto trent’anni per Alberto Stasi. Assolto in primo grado infatti, l’ex fidanzato della ragazza assassinata a Garlasco, è di nuovo imputato, dopo il ricorso presentato dalla procura di Vigevano, dalla procura generale di Milano e dalla parte civile, ovvero i genitori di Chiara.
In aula l’accusa ha ricostruito quanto accaduto la mattina del 13 agosto 2007 fissando la morte di Chiara “tra le 9;12 e le 9;35”. “Rimane fermo che il movente non c’è”, dichiara il pg Barbarini, che sta parlando da circa quattro ore e mezza. Alberto Stasi, presente in aula, sta prendendo appunti. L’udienza, a porte chiuse, si svolge davanti ai giudici della seconda sezione penale della Corte d’Appello di Milano.
L’accusa ha inoltre chiesto che venga verificata la possibilità che Alberto Stasi potesse non macchiarsi scendendo due gradini delle scale, su cui è stato trovato il corpo senza vita della 26enne. Diversamente da quanto previsto, invece, l’accusa non ha chiesto di riascoltare la telefonata fatta da Alberto al 118, né la testimonianza di Franca Bermani, vicina di casa della famiglia Poggi. Non saranno disposti nemmeno nuovi accertamenti sul pc di Alberto al quale, secondo la difesa, stava lavorando la mattina del delitto. Infine secondo l’accusa ad incastrare Stasi, ci sono le tracce trovate sulla sua bici bordeaux sequestrata subito dopo il delitto per questo, per l’accusa, non è necessario sequestrare una bici nera che appartiene alla famiglia Stasi. Bici che, invece, secondo la parte civile va sequestrata
Carmela Iovino