Gasparri, tre strafalcioni in 10 secondi di discorso

“Senza fare una lezione di storia – non ho questa presunzione, come altri -, però qualche libro è bene leggerlo, ogni tanto”. Non fosse stato per questa premessa, forse, l’errore di Maurizio Gasparri nell’aula del Senato sarebbe stato giudicato più benevolmente o archiviato come una comprensibile confusione sulle date (in fondo parliamo di fatti avvenuti quasi 170 anni fa).

Invece, la dichiarazione preventiva del politico di Forza Italia ha reso impietose le critiche per la gaffe infilata oggi nell’aula di Palazzo Madama. Dove Gasparri, durante la discussione per la cessione di armi all’Ucraina sotto attacco da parte della Russia, si è lanciato in una rievocazione della Guerra di Crimea e della partecipazione del Corpo dei Bersaglieri ma facendo uno strafalcione multiplo.

“Il caso più recente che tutti ricordiamo – ha scandito il senatore -, la Guerra di Crimea che, nel 1861-63 vide impegnato il Regno di Piemonte, non c’era ancora l’Italia unita, e Cavour mandò i Bersaglieri, che già esistevano, a una guerra per inserire il Regno di Piemonte nel contesto internazionale per avere l’appoggio per il processo di unificazione che era in corso con le guerre del Risorgimento”.

Gli errori infilati in questi pochi secondi di discorso sono stati i seguenti:

    • la Guerra di Crimea fu combattuta dall’ottobre 1853 al febbraio 1856;
    • il Regno era di Sardegna, mentre quello del Piemonte era “solo” un Principato;
    • il Regno d’Italia fu proclamato il 17 marzo 1861, quindi nel pieno delle date indicate da Gasparri per la presunta Guerra di Crimea.

A sottolineare il triplo sbaglio Carlo Calenda, che sui social ha commentato beffardo: “Il busto di Cavour è caduto dal piedistallo”.

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