Il rifiuto da parte della regina Elisabetta II, a cambiare il nome della sua famiglia da Windsor in Mountbatten, fu motivo di tensioni per anni e di lacrime amare. Secondo la nuova biografia su Elisabetta, firmata da Sally Bedell Smith, i dieci anni di differenza fra la principessa Anna e Andrea, il Duca di York, si spiegherebbero proprio con questo contenzioso familiare.
Filippo, Duca di Edimburgo, voleva a tutti i costi che la famiglia reale mutuasse il nome in Mountbatten quando la regina salì al trono nel 1952 ma Elisabetta seguì il consiglio dell’allora Primo ministro Winston Churchill decidendo di mantenere il nome Windsor. “Sono l’unico uomo di questo Paese a cui non è permesso dare il proprio nome ai suoi figli”, si sfogava il Duca con gli amici, secondo il Telegraph. Secondo il conte di Mountbatten, zio del Duca, “il ritardo” nella nascita degli altri figli Andrea e Edoardo – dopo Carlo e Anna – fu il risultato dell’irritazione di Filippo per la questione.
Nel 1960 il contenzioso familiare non era ancora finito. Quell’anno la regina, incinta del Duca di York, disse all’allora premier Harold Macmillan che aveva bisogno di “rivedere la questione” del nome di famiglia. In un articolo dell’ultima edizione di Vanity Fair, l’autore cita il diario di Macmillan: “la regina desidera solo far qualcosa che faccia piacere al marito del quale è disperatamente innamorata”. “Quello che mi dispiace – si legge ancora nel diario – è il quasi brutale comportamento del Duca verso la regina per questo”.
Secondo una testimonianza citata dalla biografa, il vice premier Reb Butler, al quale Macmillan affidò la questione perchè trovasse una soluzione, confidò ad un amico che “la regina in più occasioni pianse lacrime amare”. Per questo Butler alla fine trovò un compromesso: tutti i discendenti che non portano il titolo di Altezza Reale da allora in poi si sarebbero firmati Windsor-Mountbatten.