Gennaro Sangiuliano riguardo alla relazione con Maria Rosaria Boccia ammette: ‘Ero nel panico!’

Come riportato dal Corriere della Sera, l’ex ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano,  è stato sentito dalla procura come testimone dopo l’esposto contro Maria Rosaria Boccia. Con una visibile ferita sulla fronte non commenta le sue quattro ore di faccia a faccia con il procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Giuseppe Cascini e il p.m. Giulia Guccione, a cui ha illustrato alcuni passaggi dell’esposto contro la donna, la cui casa a Pompei è  stata perquisita. Sangiuliano era accompagnato dall’avvocato Silverio Sica in quanto è indagato in procedimento connesso. I fatti denunciati dall’ex ministro sono in buona parte quelli che lo vedono indagato per peculato e diffusione di segreto. Le uniche parole che Sangiuliano rilascia è un laconico: ‘Ero nel panico’.

Secondo il quotidiano milanese, l’imprenditrice campana risponde di lesioni aggravate e minaccia a un corpo politico, ma le parole dell’ex ministro potrebbero fornire elementi per contestarle anche lo stalking. A Sangiuliano non viene chiesto nulla sulle accuse a proprio carico, anche se la sua versione è un possibile anticipo della linea difensiva. Come si legge sul Corriere “il nocciolo della duplice vicenda è: quanto è finito sotto ricatto, ed è stato quindi influenzato da Boccia nella sua azione istituzionale, dopo averle promesso il ruolo di consigliera ai grandi eventi del Mic? E quanto c’è di vero nelle allusioni dalla 41enne, fino a creare un clima insostenibile per la continuazione del suo incarico al governo?”

La perquisizione

Il decreto di perquisizione si riferisce alla possibilità che alcune foto pubblicate dalla donna con il ministro fossero ritoccate, cioè che lei sia accreditata come stretta collaboratrice di Sangiuliano già nei fatti, prima del mai avvenuto incarico formale: un modo per sottometterlo a “indebite pressioni” nella sfera privata, rivelando alla moglie il rapporto. Il medesimo discorso vale per la presunta gravidanza di Boccia, per cui si cercano conferme eventuali dai referti medici. Come scritto sul Corriere “anche questa potrebbe essere stata un’arma di ricatto sul ministro, così come la asserita conoscenza, e possibile rivelazione, di conversazioni via chat con altri membri del governo e l’esposizione di Sangiuliano al ricatto di altre donne”.

La Boccia, riguardo alla presunta gravidanza parliamo di un reale e sostanziale déjà vu. Parliamo di una storia che risale al 2018, dove la signora riceve una diffida per atti persecutori da un assessore di un paese della costiera amalfitana. Al politico avrebbe detto “di essere incinta”. Poi, in un secondo momento, gli avrebbe inviato un test di gravidanza per rassicurarlo: “Tutto bene. Negativo”. Gli atti persecutori e denigratori sarebbero però ripresi “in maniera sistematica e perdurante”, come recita la diffida   legale partita dall’avvocato dell’assessore in questione, che racconta la versione del presunto stalkerizzato. Il politico, stando a quanto si legge, ha chiesto a Boccia una prova della gravidanza: “Il mio assistito, coerentemente ai suoi valori culturali, nonostante ribadisse di non voler essere in alcun modo più impegnato in relazione sentimentale, Le faceva presente che si sarebbe comunque assunto le responsabilità del caso”. L’influencer, a quel punto, gli avrebbe risposto così: “Mi hai lasciata incinta per arrivare ai miei soldi e al mio ceto sociale, la tua casa è schifosa, posso comprarne dieci cosi, al tuo paese ti schifano tutti”. Un’altra accusa dell’assessore è legata a una citofonata a casa sua. L’influencer sarebbe infatti stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza mentre citofonava “insistentemente circa sette/otto volte”. Poi, non ricevendo risposta, la donna avrebbe “bussato alla porta di casa”. Le conseguenze? “Un episodio di tachicardia e paura, essendo stato svegliato senza alcun motivo in piena notte”, ha spiegato l’avvocato del politico. Quindi è arrivata la diffida.

Boccia – in base a quanto scritto nell’esposto e riportato da La Stampa – avrebbe finto di essere incinta di Sangiuliano e il 23 agosto, in merito alla sua partecipazione a un convegno a Rimini, gli scrive: “Bravissimo. Come sempre. Un Super Babbo”. Infine ancora un’allusione alla paternità: “Noi scappiamo, domani abbiamo la visita di controllo”. Tutto falso, tutto inventato. Non c’era alcuna gravidanza. E Sangiuliano nell’esposto precisa: “Io nella mia vita non ho mai avuto la gioia di un figlio. E lei lo sapeva bene”. Per questo è andata all’attacco. Sempre puntando alla nomina. Sangiuliano nell’esposto ammette di averla conosciuta il 24 maggio alla presentazione dei candidati delle liste di Fratelli d’Italia per le elezioni europee al Teatro Sannazzaro di Napoli. Si è offerta di collaborare con il ministero “in maniera professionale e ambiziosa”.

Poi, agli inizi di giugno, “il rapporto si è trasformato in una relazione di natura affettiva ed extraconiugale”. Sarebbe stata – riporta Il Corriere della Sera – la stessa Maria Rosaria Boccia a guidare i carabinieri del Nucleo investigativo nella pesca a strascico ordinata dal pm Giulia Guccione nella sua abitazione di Pompei e a consegnare ai militari l’ampia dotazione di device tecnologici, 15 oggetti in totale. Tra telefonini di vecchia e nuova generazione, tablet, pc, pen drive, schede di memoria e gli occhiali con le microcamere usati per le riprese non autorizzate a Montecitorio ha consegnato un archivio digitale di portata non comune. Ma i legali di Sangiuliano nutrono altri dubbi: “Potrebbe avere altri audio che non ha consegnato”. Nei quindici dispositivi sequestrati all’imprenditrice dai carabinieri del Nucleo investigativo – tra cui telefoni, pc, tablet, pen drive, schede memoria- si cercano i necessari riscontri per sostenere le accuse alla quarantunenne, senza che ciò sollevi per forza Sangiuliano da eventuali responsabilità.

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