Il Comandante della nave portacontainer Jolly Nero, che si è schiantata contro la torre piloti provocando la morte di 9 persone, non ha risposto alle domande del gip. Roberto Paolini, numero uno sulla nave che lo scorso 7 maggio aveva abbattuto la torre di controllo del porto di Genova, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al pm della Procura del capoluogo ligure, Walter Cotugno. Deve rispondere di omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti, crollo di edifici, falso e violazione del codice della navigazione.
Secondo la Procura, che sta indagando sulla vicenda del Jolly Nero di Genova, la nave portacontainer viaggiava a velocità eccessiva la la notte del 7 maggio scorso quando si schiantò contro la torre piloti del porto di Genova, distruggendola e causando la morte di nove persone. Questo è quanto si legge nell’avviso a comparire inviato a cinque indagati, il comandante della nave Roberto Paoloni, il primo ufficiale Lorenzo Repetto, il terzo ufficiale Cristina Vaccaro, il pilota del porto Antonio Anfossi, il presidente del cda della Ignazio Messina Andrea Gais. Secondo la procura la velocità della Jolly Nero, di oltre 3,4 nodi, non era idonea a consentire sia l’evoluzione in sicurezza sia la manovra di emergenza per compensare eventuali avarie. Inoltre, non fu lanciato un segnale di allarme alla torre piloti. Oggi sono iniziati gli interrogatori.