George and Bishop

Parlando della ipotetica staffetta Letta-Renzi si sta semplicemente ciurlando nel manico. Vero è che siamo in un periodo olimpionico e la staffetta tra un atleta stanco e sudato con un altro che lo attende fresco ed apparentemente motivato potrebbe rientrare in un oleografia possibile. Peccato però che non si parli di sport ma di politica, anche se molti continuano a ritenere la staffetta l’ipotesi più probabile. Ed allora sì, la tematica è ghiotta per stendere palinsesti televisivi, per proporre incontri al pubblico dove ogni invitato dice la sua con rimandi e contro rimandi. Ghiotta per le impostazioni di pagine di giornali, per imbastire interviste, e chi più ne ha più ne metta. Con logica Warholiana un briciolo di notorietà non lo si nega a nessuno. Come al deputato Pd Fausto Raciti che denuncia Grillo censurando una sua opinione, che è null’altro è che libertà di pensiero. Il fatto si riferisce a una lettera aperta del leader del Movimento Cinque Stelle indirizzata ai vertici di polizia, esercito e carabinieri e invitati a non schierarsi a protezione della classe politica italiana. Raciti afferma: “Il mio è un atto politico, ho voluto sollevare un problema”. E spiega: “Ci sono cose che in democrazia non si possono fare ed esiste una linea rossa che non si può superare. Invitato prontamente in una trasmissione si prodiga in acclarate inesattezze accusando lo stesso Grillo di aver chiesto l’impeachment per Giorgio Napolitano che, nella realtà dei fatti, è stato chiesto da Movimento Cinque Stelle e non da Grillo. Ritornando alla staffetta esiste si di fatto una sfiducia reciproca tra i due. E sono in tanti, anche fuori dal partito e della maggioranza, a spingere per un intervento diretto di Renzi al Governo. Il segretario Pd ha fissato al 20 febbraio, spinto anche dalla minoranza, la verifica tra Pd e Governo. In pratica una resa dei conti, che in ogni caso non porterebbe mai ad un governo con dentro FI. Se questo accadesse hanno comunicato a Renzi che gli avrebbero tolto il saluto. Non accadrà questo, dice Renzi che aggiunge: “A me conviene votare, ma all’Italia no, e siamo ad un passo da una riforma storica con Senato, Provincia ,legge elettorale e titolo V”. Per lui parlano poi i suoi fedelissimi Gurini e Nardella, che affermano che serve stabilità con tanti decreti in scadenza e con l’Italicum che sbarca in aula martedì prossimo. Nardella esprime anche forti timori sulla tenuta della maggioranza, visto che bastano cinquanta franchi tiratori per far saltare tutto e potrebbero anche arrivare dall’interno del partito. Il lettiano Sanna ha chiesto al dalemiano Enzo Vendola il perché del nuovo pressing. Ma anche da fuori il partito accade questo, visto che Andrea Romano di Scelta Civiva propone un governo a guida Renzi. Escludendo però Forza Italia Renzi dovrebbe inserire in squadra Sel e qualche transfuga grillino, ottenendo solo una maggioranza risicata ed a rischio tracollo. E non sarebbe sicuramente il massimo andare a Palazzo Chigi con una crisi pilotata con spirito da prima repubblica. Inoltre, da parte del segretario Pd non è possibile andare subito alle elezioni, perché non ama il proporzionale e la sera del voto non si conoscerebbe il vincitore. Quindi, al massimo elezioni con le europee a maggio. Anche questa ipotesi è improbabile e consiglio ed a chi ipotizza giochi di staffetta tra i due di cogliere il significato della storia tra Giorgio ed il Vescovo, George and Bishop in inglese, che suona così: Giorgio vuole andare via ed il Vescovo lo vuole cacciare….
Roberto Cristiano

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