Geppi Cucciari ai David di Donatello sarà sostituita da Alessia Marcuzzi. Il settimanale Oggi ha diffuso la voce secondo cui alla serata di premiazione dei David di Donatello, il prossimo 3 maggio su Rai1, Marcuzzi sarebbe stata scelta al posto della Cucciari in co-conduzione con Carlo Conti. La voce è stata amplificata dal capogruppo in commissione Cultura al Senato, Luca Pirondini (M5S) che ha subito affondato il colpo tirando in ballo il Ministro della Cultura: “Ci auguriamo davvero che non sia così, ma non vorremmo che ci sia stato qualcuno che abbia voluto scientemente farla fuori, magari memore della sua performance al Premio Strega, quando la conduttrice ridicolizzò Gennaro Sangiuliano che sedeva in giuria senza aver letto i libri in gara”.
Sangiuliano ha prontamente replicato rimandando al mittente ogni accusa: “Diffido chiunque dall’affermare una cosa del genere. E sono pronto a querelare chiunque racconti queste fantasie. Da liberale conservatore, mi oppongo a qualsiasi forma di censura. Giudico Geppi Cucciari bravissima nel suo lavoro e le auguro di avere grandi successi e di raggiungere tutti i traguardi a cui aspira”.
La Rai ha smentito ufficialmente alcun contatto per una offerta di co-conduzione della serata alla Cucciari, ma la sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ha sottolineato che la scelta di Alessia Marcuzzi era stata già fatta precedentemente tra Rai e Fondazione Accademia del Cinema Italiano: “A metà gennaio la Rai e la Fondazione Accademia del Cinema Italiano avevano già individuato il nome di Alessia Marcuzzi come co-conduttrice della cerimonia di conferimento dei David di Donatello 2024 insieme a Carlo Conti. Trovo di cattivo gusto che, per fare polemica politica, si tiri in ballo il nome di una professionista di comprovata esperienza come lei. Che tutto questo provenga, poi, da un senatore come Luca Pirondini, che da consigliere in carica della Fondazione del Teatro Carlo Felice di Genova formulava, nella sua veste di parlamentare, richieste di erogazioni straordinarie a favore di tale istituzione, non fa altro che qualificare chi fa tali accuse”.