Alle elezioni federali in Germania, in programma domenica 26 settembre, per la prima volta sono tre i candidati che si sfideranno alla cancelleria. Ai due blocchi tradizionali Cdu/Csu e Spd in questa tornata elettorale si aggiungono i Verdi. Ma queste elezioni saranno ricordate anche per l’assenza di Angela Merkel che non cerca un quinto mandato: è la prima volta dal 1949 che alle elezioni non si presenta un candidato che tenti di essere rieletto. Al posto della cancelliera ci sarà Armin Laschet. Probabilmente la vittoria sarà giocata sul filo del rasoio e non si esclude che questa volta la Germania possa virare a sinistra: tutto dipende dal consenso dei Verdi. E proprio per questo motivi tutti i candidati leader hanno sposato il tema ‘verde’ nelle ultime uscite pubbliche per sensibilizzare gli elettori e strappare voti agli avversari.
Ecco chi sono i tre candidati che si sfideranno alla Cancelleria tedesca.
La Spd scende in campo Olaf Scholz, specializzato in diritto del lavoro, è l’attuale ministro delle Finanze e vice cancelliere, ultimo di una serie di incarichi di vertice. Politico di lunga esperienza, ha uno stile imperturbabile e molto sicuro di sé, non sembra essere però un maestro di retorica. Entrato nella da giovanissimo, è stato deputato al Bundestag dal 1998 al 2001 e tra il 2002-2004 anche segretario generale dei socialdemocratici. Scholz entra nel governo nazionale per la prima volta nel 2007 e per due anni è ministro del Lavoro, nel primo governo guidato da Angela Merkel. Poi viene eletto sindaco di Amburgo nel 2011, ricoprendo questa carica fino al 2018 e sempre in questo anno diventa vice cancelliere. Si è candidato per la leadership dei socialdemocratici nel 2019, ma è stato bocciato, sconfitto da Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken. Come ministro delle Finanze, ha sostenuto la tassazione minima globale di almeno il 15% alle grandi aziende e ha guidato i tentativi di arginare l’impatto finanziario della pandemia. In quest’ultimo ruolo ha finito per avere ampia visibilità, soprattutto grazie ai fondi d’emergenza a sostegno di economia e cittadini.
Armin Laschet, 60 anni, è presidente del Land di Renania Settentrionale-Vestfalia, il più popoloso della Germania, dal 2017, conquistando una roccaforte del centrosinistra: un successo che l’ha portato ai vertici della politica nazionale. Ha studiato Giurisprudenza a Bonn, poi giornalismo, e per anni ha lavorato per varie testate mentre era anche coinvolto in politica. Ha avuto una carriera politica segnata da alti e bassi, entrando con la Cdu al Parlamento tedesco nel 1994 ma perdendo il seggio nel 1998, quando la Spd vinse le elezioni federali. Dal 1999 al 2005 è stato membro del Parlamento europeo, con posizioni fortemente europeiste, prima di diventare ministro del suo Land per l’integrazione dei migranti. Le sue posizioni sui migranti lo hanno avvicinato alla cancelliera Merkel soprattutto nel corso della crisi migratoria.
Ha conquistato la presidenza della Cdu a gennaio, sconfiggendo il conservatore Friedrich Merz, segnando una continuità con la linea della Cdu negli anni di Merkel, su posizioni europeiste e centriste
Annalena Baerbock, 40 anni, co-leader dei Verdi con Robert Habeck, è la sfidante più giovane e l’unica senza esperienza di governo. E’ considerata la voce pragmatica del partito. Nata nel 1980 ha studiato scienze politiche e diritto internazionale ad Amburgo e alla London School of Economics, poi si trasferisce a Berlino dove viene eletta deputata al Parlamento nazionale dal 2013. Nel 2018 è arrivata alla leadership del partito, tradizionalmente condivisa tra due co-leader: l’altro è Habeck, considerato l’erede del vice cancelliere ed ex ministro Verde Joschka Fischer. All’inizio della campagna elettorale Baerbock ha commesso dei passi falsi: ha dovuto correggere un curriculum, dichiarato tardivamente pagamenti del partito alle autorità parlamentari, ed è stata accusata anche di aver copiato parti di un nuovo libro.