In prossimità delle feste pasquali, in due dei quattro allevamenti biologici di pollame, appartenenti sempre allo stesso proprietario, sono state scoperte uova alla diossina per un totale di 25mila galline. Il ministero per la tutela dei consumatori del più popoloso land tedesco ha reso noto che nelle uova esaminate è stata riscontrata la presenza di policloruro bifenile (Bcb), una sostanza simile alla diossina, in una concentrazione sei volte superiore al limite massimo consentito. Le uova alla diossina sono state immesse l’ultima volta sul mercato lo scorso 7 marzo, con una data di scadenza fissata al 31 dello stesso mese. Le autorità del Nordreno non hanno comunicato la località in cui si trova l’allevamento, nè sono riuscite ancora ad individuare la provenienza della diossina. Da campioni di mangime si è scoperto che il produttore risiede in Bassa Sassonia, le cui autorità sono state immediatamente allertate. Nel frattempo gli allevamenti sotto inchiesta sono stati chiusi, ma secondo informazioni della radio pubblica regionale Wdr si troverebbero nel circondario di Minden-Luebbecke, mentre le uova contaminate sarebbero state vendute prevalentemente a supermercati. Le autorità affermano che il consumo di queste uova non presenta danni acuti per la salute, anche se non si possono escludere conseguenze serie derivanti dal consumo prolungato di sostanze contenenti diossina.
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