“Nel frastuono degli applausi che circondano la Merkel, si rischia di fare un’analisi affrettata dei risultati elettorali tedeschi. La CDU-CSU ha guadagnato alcuni punti e toccato livelli record ma ha cannibalizzato i propri alleati Liberali che, crollando dal 15% al 4.8%, sono fuori dal Bundestag. Pur avendo 311 seggi, infatti, la Merkel non ha da sola la maggioranza assoluta del Parlamento. O dovrà inseguire singoli parlamentari, cosa inusuale per la tradizione tedesca, o dovrà dar luogo ad una grande coalizione con i Socialdemocratici. In sostanza, mentre la coalizione CDU-CSU e Liberali quattro anni fa aveva superato il 53% dei voti, ora la Merkel, pur superando il 40 per cento, vede l’area di centrodestra, compresi i voti dei Liberali rimasti fuori dal Parlamento, attestarsi intorno al 47%. I moderati tedeschi quindi perdono complessivamente 6 punti. La Merkel ottiene un trionfo individuale che però la lascia senza una maggioranza nel Bundestag e la costringe a negoziare. Per l’Europa e l’Italia è comunque una buona notizia. In ogni caso il risultato delle elezioni tedesche deve essere analizzato in maniera meno superficiale. Si tratta di un successo individuale ma non strategico perché l’area politica che sosteneva la Merkel in realtà non si è rafforzata. E il cancelliere dovrà, per fortuna, parlare con interlocutori che saranno certo più scomodi dei Liberali e non le lasceranno mani libere. A meno che non punti su qualche trasformista del Bundestag. Cosa improbabile”. Lo dichiara il sen. Maurizio Gasparri (Pdl), vice presidente del Senato.
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