epa08200124 Christian Democratic Union (CDU) party chairwoman and German Defense Minister Annegret Kramp-Karrenbauer gives a press conference at the party headquarters in Berlin, Germany, 07 February 2020. German political parties CDU and FDP hold meetings after the Thuringia state governor Kemmerich announced his resignation just the day after he was suprisingly elected by a majority of the state parliament. Kemmerich was elected with the votes of far-right Alternative for Germany (AfD) party, causing a shock to the established parties' consensus to have no cooperation right-wing extremist AfD. EPA/FILIP SINGER

Germania: l’erede della Merkel rinuncia alle elezioni e alla guida della Cdu

L’erede di Angela Merkel, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha deciso di non candidarsi alla cancelleria per le elezioni del 2021 e di lasciare la presidenza della Cdu. Lo riferiscono fonti del partito.

Karrenbauer ha annunciato al partito di voler “organizzare la candidatura alla cancelleria per l’estate, di voler preparare il partito per il futuro e di voler poi lasciare la presidenza della Cdu”. E’ quanto riporta la Dpa citando fonti del partito.

La decisione di Akk è una chiara conseguenza della forte debolezza della sua leadership divenuta evidente nel caso Turingia.

Il 5 febbraio scorso, quando divenne chiaro che Thomas Kemmerich era stato eletto con i voti della Cdu, della Fdp ma anche dell’Afd, il Responsabile per le regioni orientali, Christian Hirte (Cdu), aveva espresso su Twitter le congratulazioni al neo governatore liberale, definendolo “‘candidato del centro” ed elogiandolo per aver “mandato a casa la coalizione rosso-rosso-verde”. Altri suoi colleghi della Cdu e della Csu avevano fatto la stessa cosa a cominciare da Dorothea Baer. Ma quando scoppiò il putiferio, quando cioè i vertici dei conservatori avevano condannato la scelta della Cdu regionale di appoggiare un candidato votato anche dall’ultradestra, i tweet con le congratulazioni erano rapidamente scomparsi. Solo quello di Hirte era rimasto anche giorni dopo le dimissioni di Kemmerich. E questo era stato un motivo sufficiente, per la Merkel, per chiedere anche a lui di fare un passo indietro.

 

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