Il presidente americano Donald Trump ha lanciato un appello alla calma e alla moderazione dopo la giornata di violenze in Medio Oriente, in seguito alla sua decisione di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. Il presidente, ha detto una portavoce della Casa Bianca, spera che le voci della speranza prevalgano su coloro che diffondono l’odio”.
La tensione è esplosa nei Territori palestinesi dopo l’annuncio di Trump su Gerusalemme: due vittime a Gaza, oltre 750 feriti in Cisgiordania, secondo i dati della Mezzaluna rossa. Un palestinese di 54 anni, Maher Atalla, è rimasto ucciso nel corso di incursioni aeree israeliane dopo il lancio di razzi su Israele. Lo riferisce il ministero della sanità locale, citato dall’Agenzia di stampa Maan. Secondo fonti locali, ci sarebbero parecchi feriti, tra cui alcuni bambini. In giornata era morto un giovane palestinese a Gaza.
E mentre il capo di Hamas Ismail Haniyeh ha promesso che ‘la Santa Intifada’ non si fermerà con le manifestazioni, dalla Striscia, per il secondo giorno consecutivo, sono stati sparati razzi verso il sud d’Israele, con l’Iron Dome – il sistema antimissili – che ne ha intercettato uno. Lo Stato ebraico ha reagito con colpi di cannone e raid aerei su basi di Hamas, tra cui un campo di addestramento e un deposito di munizioni causando, secondo fonti locali, almeno 10 feriti.
Tra i feriti, oltre 160 sono stati intossicati da gas lacrimogeni, altri contusi da proiettili rivestiti di gomma, sette invece colpiti da colpi di arma da fuoco e altri tre feriti in maniera diversa. A Gaza, a quanto risulta, i feriti sono una quindicina.
E’ intervenuto il presidente palestinese Abu Mazen, secondo cui la decisione Usa viola la legittimità internazionale: ‘Rinnoviamo il nostro rifiuto della posizione americana su Gerusalemme. Gli Usa non sono più qualificati per occuparsi del processo di pace’. Abu Mazen – citato dall’agenzia Wafa – ha detto di accogliere con favore la grande condanna internazionale testimoniata dalla riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Contro la decisione del presidente Usa anche gli ambasciatori Onu di cinque Paesi europei.