Muammar Gheddafi sarebbe stato localizzato a Sirte. Secondo fonti dell’Eliseo vicine a Nicolas Sarkozy il Colonnello libico sarebbe stato visto nella sua città natale, ormai uno dei pochi bastioni di resistenza del regime, già bombardata dalle forze Nato. Il ministero della Difesa britannico Liam Fox conferma che tornado della Raf hanno bombardato con missili ad alta precisione un vasto bunker a Sirte, a dimostrazione che si è quasi certi della presenza del Colonnello nella sua città di nascita.
‘Una formazione di Tornado GR4 ha lanciato missili Storm Shadow contro un vasto bunker quartier generale”, informa il ministero in un comunicato il ministero britannico. “Non è questione di trovare Gheddafi, ma di assicurare che il regime non abbia la capacità di continuare la guerra contro il popolo libico”, ha detto il ministro della Difesa Liam Fox alla Bbc. “L’attacco contro il bunker – ha detto Fox – serviva a assicurare che non ci fosse alcun centro di comando alternativo nel caso in cui il regime dovesse cercare di lasciare Tripoli”. Nonostante a Tripoli si continui a combattere casa per casa, anche l’ex primo ministro libico Abdel Salem Jalloud è convinto che Muammar Gheddafi è ormai in fuga. E proprio Sirte potrebbe essere la sua meta. “Negli ultimi mesi si è spostato dappertutto, ha dormito una notte in moschea e l’altra in ospedale, molti lo vedevano”, ha spiegato nel corso di una conferenza stampa a Roma. “Con lui adesso ci sono solo quattro persone e due possibilità – spiega Jalloud – nascondersi nella parte meridionale di Tripoli, e uscirne magari travestito da donna, oppure riparare subito fuori dalla capitale libica, ai confini con l’Algeria, o a Sirte, da qui, poi, attraverserà il deserto”. Insomma tutti gli indizi portano alla città natale del Rais. E proprio su Sirte le milizie del Comitato nazionale di transizione stanno preparando l’assalto finale. Sulla città nelle ultime ore sono stati effettuati nuovi raid Nato. A questo attacco stanno collaborando anche soldati francesi e britannici. I militari europei hanno assunto solo un ruolo guida non solo nel facilitare i raid aerei, indicando i siti da bombardare, ma anche nella pianificazione dell’offensiva che ha permesso agli insorti di porre fine all’assedio di Misurata, così come dell’assalto a Zlitan e a Tripoli. Il ministro degli Esteri Frattini ha fatto sapere che la Farnesina presto diffonderà “gli ordini terribili” dati dal Raìs, tra i quali quello di mascherare da civili i cadaveri dei soldati per far ricadere la colpa dei morti sulla Nato. Il numero uno della diplomazia italiana ha detto di avere le prove degli ordini dati dal governo di Gheddafi per trasformare Lampedusa in un inferno. “Mettete sui barconi migliaia di disperati e gettate l’isola nel caos”, era l’ordine del Rais. Ovunque si trovi il Colonnello, la televisione libica continua a diffondere i suoi messaggi audio. L’ultimo incitava i suoi uomini a combattere ricordando che “la Libia è dei libici: non è degli imperialisti, della Francia, di Sarkozy, dell’Italia”.
“Non sarà finita finché non sarà nelle nostre mani”, hanno più volte ribadito i ribelli. E mentre la caccia porta a porta continua le autorità militari del Cnt hanno comunicato il costo totale dei sette mesi di guerra per liberare la Libia. “Io non dispongo di un numero preciso, ma il conflitto armato ha fatto più di 20 mila morti”, ha detto Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale transitorio dei ribelli.