Tragedia in una villetta di Bordighera: un uomo dopo aver ucciso la moglie e la cognata ha tentato il suicidio. Dovevano esser giorni di festa e di sorrisi, ma per una famiglia della provincia di Imperia, purtroppo non è stato così. L’ira di Santino Putrino, ha provocato la morte di: Olga Ricchio e sua sorella Franca. Dopo l’efferato delitto, forse per rimorso o forse in preda al panico, l’uomo si è sparato un colpo di fucile in pancia, tentando il suicidio. Immediatamente è stato portato in ospedale dove è in fin di vita. Sulla vicenda stanno indagando i carabinieri.
La dinamica. Lei lo aveva lasciato e non voleva tornare a casa, lui l’ha uccisa con un colpo di fucile, con la stessa arma ha ucciso la cognata e si è sparato all’addome, rimanendo gravemente ferito. Così, hanno perso la vita Olga Ricchio, 51 anni e sua sorella Franca, cinquantaquattrenne, uccise da Santino Putrino, 55 anni, marito di Olga. La vicenda, secondo la ricostruzione dei carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Imperia, è iniziata circa un anno fa, quando Putrino per una decina di giorni lascia la moglie per andare a vivere con un’altra donna. Poi fa ritorno a casa. Il rapporto tra i due coniugi, però, deve essersi guastato, perchè nel novembre scorso Olga decide di lasciare la sua abitazione, in via San Sebastiano, nella frazione San Niccolò del Comune di Bordighera, per andar a vivere dalla sorella, poche centinaia di metri più distante, in via Gallina. Il figlio della coppia, diciottenne, rimane con il padre. Putrino non accetta la separazione e incontrando spesso la moglie per strada a causa della vicinanza della sua abitazione con quella della cognata, ogni volta tenta di convincerla a tornare a casa, senza però fare mai ricorso alla violenza. Qualcosa però cambia, il marito diventa violento. È il quattro dicembre, quando Olga chiama i carabinieri dicendo di essere molestata dal marito. Ascoltata dai militari insieme con la sorella, la donna non vuole denunciare il marito, precisando: “Ditegli solo di lasciarmi in pace”. I carabinieri non possono fare altro che convocare l’uomo, invitandolo a non molestare più la moglie. Lo stessa dinamica si ripete il 22 dicembre: l’uomo, questa volta accompagnato dal figlio, si presenta nella villetta di via Gallina, ingiungendo alla moglie di tornare a casa. Lei chiama i carabinieri ma non vuole sporgere denuncia. Il 26 dicembre, intorno alle 11 Putrino, armato di uno dei suoi 15 fucili da caccia, tutti detenuti regolarmente, entra nell’abitazione della cognata, sorprendendo le due donne nel garage davanti al tinello-cucina al piano terra. Con un colpo raggiunge la cognata al collo, uccidendola, poi insegue la moglie che è riuscita a fuggire al piano di sotto, la centra da distanza ravvicinata con una scarica mortale tra il collo e le spalle e rivolge l’arma verso se stesso, sparandosi all’addome. I proiettili escono dalla parte lombare sinistra, lasciandogli la forza di chiamare la sorella e avvertirla del fatto.