La lettera di risposta dell’Italia alle richieste di revisione conti avanzate dalla Ue da inviare entro il 31 maggio diventa un giallo. Nel pomeriggio le agenzie di stampa fanno trapelare due pagine nelle quali il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, avrebbe risposto alle critiche mosse da Bruxelles: nessun aumento dell’Iva e tagli alla spesa. In sostanza taglio alle spese sul welfare, a quota 100, reddito di cittadinanza, sanità e no alla flat tax in deficit. Temi forti che hanno fatto infuriare il vicepremier Luigi Di Maio che accusa, addirittura la Lega di aver scritto quella lettera. E poi arriva una doppia smentita: la prima dal Mef la seconda da Palazzo Chigi.
Via XX Settembre “smentisce nel modo più categorico le notizie di stampa che anticiperebbero i contenuti della lettera che il ministro Tria si prepara a inviare alla commissione Ue”. “Tali contenuti – si puntualizza dal ministero – non corrispondono alla realtà. Come si potrà constatare quando si prenderà visione della lettera che sarà firmata dal ministro e inviata a Bruxelles”. A ruota la nota di Palazzo Chigi. “La bozza di lettera da inviare alla Commissione Europea è stata da poco ricevuta dal Presidente Conte, che non l’ha quindi ancora approvata. Peraltro la versione che è stata anticipata dagli organi di informazione non è quella che in questo momento è in visione al presidente Conte”.
“Il Presidente del Consiglio ha appena sentito telefonicamente il ministro Tria e ha concordato con lui di sollecitare tutte le verifiche, anche giudiziali, affinché chi si è reso responsabile di tali fughe di notizie false sia chiamato alle conseguenti responsabilità”. “È bene rimarcare – continua la nota della Presidenza del Consiglio – la gravità della diffusione di testi, peraltro in versioni non corrispondenti a quelle su cui il ministro Tria e il Presidente Conte stanno lavorando”.
Immediata la risposta del M5S che critica duramente l’eventuale lettera stilata dal ministro Tria.
“Non ho avuto ancora il piacere di leggere la lettera preparata dal ministro Tria all’Unione Europea, ma apprendo che prevede tagli alla spesa sociale, alla Sanità, a Quota 100, al Reddito di Cittadinanza. Ma stiamo scherzando? Lo dico chiaramente: al governo Monti non si torna. Basta austerità, basta tagli, di altre politiche lacrime e sangue non se ne parla. Non esiste!”, scrive su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio.
E chiede un vertice di maggioranza con la Lega insieme al presidente Conte e allo stesso Tria “così sistemiamo insieme questa lettera, prima che qualcuno la mandi a Bruxelles”.
Sicuramente questo teatrino vissuto oggi non fa bene all’Italia perché denota un vuoto decisionale. Il Governo non è allo sbando, complice anche il risultato delle elezioni europee, ma poco ci manca. Avere la convinzione di scendere a patti se non anche vincere nella trattativa con l’Ue con questi presupposti è sicuramente molto ardito. Il problema è tutto di politica interna. Si spera che non prenda piede nelle prossime ore l’idea della solita ‘manina’ altrimenti si rischiano, oltre ad eventuali danni seri per l’economia italiana, anche una figuraccia che conviene evitare. Meglio essere onesti ed ammettere che certi errori politici sono dovuti proprio ad una pseudo scarsa competenza e dialettica politica.