Giancarlo Magalli: ‘De Sica a scuola lo bullizzavano. Fiorello è rimasto un animatore Valtur’

 

La vita di Giancarlo Magalli è un film. Lo è stata fino dall’età di 4 anni quando suo padre, produttore cinematografico, lo portava sul set. Poi la scuola alla Montessori, il Liceo dai Gesuiti con Mario Draghi, Luca Cordero di Montezemolo e Luigi Abete. «Mario era secchione, però simpatico e passava i compiti».

Al Corriere della Sera, Giancarlo Magalli racconta ancora la sua esperienza al collegio Nazareno. «C’erano Verdone e De Sica, di un anno più piccoli di me, fu come entrare in un cinepanettone. Io presentavo gli spettacolini, Carlo imitava perfettamente preside e professori. Christian all’inizio era un po’ montato, arrivava con la Mercedes e l’autista. Grassoccio, veniva preso in giro. Quando passava, gli cantavano canzoncine oscene:“De Siiica, De Siiica del b…, vaffan…”. E lui: “Volgari”». Suo padre smise di lavorare nel cinema, Giancarlo iniziò: «Mi presentò a Gianni Buffardi, marito di Liliana De Curtis, figlia di Totò. Mi presero come segretario di produzione. Con Totò ho fatto tre film».

Al Corsera racconta anche che «il mio vicino di casa era Gianni Boncompagni, faceva il fotografo. Lo aiutai a entrare in radio. Cercavano un conduttore per il programma. “Conosco un toscano che fa per voi”». Magalli non ha dubbi: «Gianni è la persona più importante della mia vita». Poi ancora Raffaella Carrà, Pippo Baudo e infine Fiorello, un suo «Facevo lezioni al Valtur di Ostuni. Lui è rimasto quello. Simpatico animatore che canta, fa parodie, inventa putt…te tipo il ballo del Qua Qua».

Giancarlo Magalli al quotidiano milanese se la ride: «Io cattivo? Mai stato in vita mia. Guardì dice che per una battuta venderei mia madre. Però non ho mai litigato con nessuno, a parte l’innominabile. Lei ci ha campato per un sacco di tempo. Ma l’ho cancellata dalla vita e dalla memoria». E rimanendo sul tema Giancarlo Magalli ha fatto trent’anni a I Fatti Vostri, ora resiste ma solo con una rubrica. «Sono stato male e quando sono tornato i miei programmi li avevano dati ad altri. Dopo 60 di militanza mi aspettavo di più. Mica chiedo il sabato sera di Raiuno, bastava una seconda serata. Ri-lavora Renzo, più vecchio di me, torna pure Chiambretti, i giovani virgulti non funzionano, con certi c’è accanimento terapeutico». Il riferimento sembra per Alessandro Cattelan che lui non nomina mai.

Ma la frecciata alla Rai c’è e al cuore. «La parte sana dell’azienda sono quelli che ci lavorano, artisti e tecnici. Le magagne sono a viale Mazzini, con ‘sti pori dirigenti che cambiano di continuo. Arrivano che non sanno dove mettere le mani, appena imparano, li levano». Un pensierino per il prossimo Festival di Sanremo? «È matta? Sarà una trappola mortale, dopo 5 anni di trionfi con Amadeus. Un punto di share in meno e scriveranno che è stato un flop. Alcuni che si propongono lo hanno già fatto ed è andato male, perché insistono? Il Festival è come la prima notte di nozze: se vai bene, hai fatto il tuo dovere. Se vai male, te lo rinfaccerà tutta la vita»

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