“I film e le fiction raccontano i boss forti e potenti, noi nel nostro piccolo portiamo avanti la memoria di Giancarlo Siani, Annalisa Durante e le altre vittime, raccontando le mafie dalla parte degli sconfitti”. A parlare così è stato Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il giornalista ucciso dalla camorra 39 anni fa, la sera del 23 settembre 1985 a Napoli. Paolo Siani non lo ha nominato, ma inevitabilmente il pensiero va a Roberto Saviano e Gomorra, la più nota serie del genere, intorno alla quale esiste un irrisolto dibattito sul modello culturale e comportamentale che ha diffuso, specie tra i giovani.
In occasione dell’anniversario della morte di Giancarlo Siani a Villa Bruno, a San Giorgio a Cremano, è stata inaugurata la Sala della memoria, che per due anni ospiterà la Mehari verde in cui fu ucciso il cronista del Mattino e tutto il materiale che era allestito presso il il museo Pan, il Palazzo delle arti di Napoli, in corso di ristrutturazione.