Gianfranco Fini ed Elisabetta Tulliani nel processo sulla casa a Montecarlo

Lunedì 18 marzo Gianfranco Fini e la sua compagna Elisabetta Tulliani erano presenti al processo che vede entrambi imputati per riciclaggio nell’ambito della vendita di una casa di proprietà del partito Alleanza Nazionale, di cui Fini era capo, a Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta.

Alle dieci di mattina l’ex presidente della Camera Gianfranco Fini attendeva l’inizio del processo, nel quale è imputato per riciclaggio, tra il cortile del palazzo di Giustizia della Capitale, circondato da avvocati e cittadini che lo salutavano, e l’aula della quarta sezione del Tribunale di Roma. Aula che si trova a due metri dall’ingresso del cortile, permettendo così all’ex presidente di fumare, e a dieci passi, proprio di fronte, all’aula Vittorio Occorsio, dove  si stava svolgendo anche il processo per il delitto di Giulio Regeni davanti alla prima Corte d’assise di Roma. In mezzo alle due aule, pochi metri di distanza, giornalisti, cameramen, fotografi, avvocati e curiosi. E lui, l’ex terza carica dello Stato, Gianfranco Fini.

E mentre parlava davanti all’aula della quarta sezione, al piano terra del palazzo «A» del Tribunale di Roma, proprio di fronte all’aula Occorsio, dove si svolgeva il dibattimento per il delitto Regeni, la coimputata Elisabetta Tulliani era invece in aula, dalla quale non è mai uscita, in attesa che la Corte aprisse il processo.

I soldi dell’acquisto della casa, avvenuto secondo l’accusa a un prezzo molto più basso di quello di mercato, sarebbero riconducibili all’imprenditore Francesco Corallo, a sua volta sotto processo per vari reati tra cui riciclaggio ed evasione fiscale.

La proprietà sarebbe poi passata di mano ancora una volta ripulendo soldi provenienti da traffici illeciti di Corallo. Elisabetta Tulliani sarebbe stata co-intestataria della casa e, sempre secondo la procura, Gianfranco Fini sarebbe stato a conoscenza della provenienza del denaro con cui era stata acquistata.

Al processo tenutosi lunedì 18 marzo, in cui l’accusa ha chiesto una condanna a 8 anni di reclusione per fini e a 9 per Elisabetta Tulliani, i due, che dovrebbero essere in una relazione sentimentale, non si sarebbero parlati o salutati, rimanendo ai lati opposti dell’aula, stando a quanto riporta il sito del quotidiano la Repubblica.

Le accuse di Gianfranco Fini

Durante le altre udienze del processo, Fini ha accusato Giancarlo Tulliani e la sorella Elisabetta di averlo ingannato e di aver fatto pressioni su di lui perché vendesse la casa di proprietà del partito Alleanza Nazionale.

“Sono stato ingannato da Giancarlo e dalla sorella Elisabetta che insistettero affinché mettessi in vendita l’immobile. Solo anni dopo ho saputo che il proprietario della casa era Tulliani e ho interrotto i rapporti con lui”, ha detto Fini ai magistrati.

“Anche il comportamento di Elisabetta mi ha ferito: dagli atti del processo è emerso che lei era comproprietaria e poi appresi anche che il fratello le bonificò una parte di quanto ricavato dalla vendita. Tutti fatti che prima non conoscevo” ha poi concluso l’ex presidente della Camera.

La risposta a queste accuse da parte di Elisabetta Tulliani è arrivata con alcune dichiarazioni spontanee rese però soltanto nella giornata di  lunedì 18 marzo, molto tardi nel processo.

Tra le lacrime la donna ha accusato il fratello di essere l’unico responsabile di quanto accaduto, senza mai citare Gianfranco Fini. La sentenza riguardo alla vicenda sarà pronunciata il 18 aprile.

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