In Giappone, all’interno del latte in polvere destinato all’alimentazione dei neonati, è stato trovato del cesio radioattivo. E la notizia è l’ennesimo allarme sulla sicurezza alimentare dopo il terremoto/tsunami dell’11 marzo, che innescò all’impianto nucleare di Fukushima Daiichi il peggior incidente dopo quello di Chernobyl. Casi di radiazioni eccessive ritrovati in verdure, tè, latte, frutti di mare ed acqua hanno alimentato una crescente ansia nella popolazione giapponese, nonostante la garanzia del governo che i livelli rilevati non siano pericolosi. Il test, condotto proprio dall’azienda produttrice, la Meiji Holdings, ha rilevato la presenza di 30,8 becquerel di cesio per ogni chilogrammo di latte in polvere: una quantità comunque al di sotto del limite di 200 becquerel fissato dal governo, ma che ha indotto la ditta a richiamare volontariamente il prodotto.
Dopo la notizia, le azioni della Meiji sono crollate del 10 per cento; l’azienda ha chiesto di ritirare dagli scaffali 400mila lattine del “Meiji Step”, che comunque viene venduto solo in Giappone.