Il governo giapponese intende rivedere il sistema fiscale nazionale per aumentare gli introiti fiscali da Amazon e dalle altre grandi multinazionali dell’e-commerce che sfuggono in larga parte alle tassazioni nazionali, pur assorbendo quote sempre maggiori dei mercati della distribuzione al dettaglio. Lo riferisce il quotidiano “Asahi”, secondo cui Tokyo intende trovare il modo di chiudere almeno in parte le scappatoie che consentono ad aziende come Amazon di sfruttare le disparita’ tra i regimi fiscali dei vari paesi ed altre scappatoie offerte dalla loro particolare struttura. Shigeki Morinobu, professore di diritto tributario della Chuo University appositamente incaricato dal governo di studiare la questione, ha dichiarato al quotidiano “Asahi” che l’attuale regime fiscale e’ frutto di un’era ormai superata, e inadeguato alla struttura e alle esigenze dell’attuale societa’ digitale.
“Per il Giappone e’ un grave problema non poter imporre la tassazione aziendale alle aziende online in un momento in cui i fondi per i programmi di sicurezza sociale e le rendite pubbliche si stanno riducendo”, ha spiegato il docente. “E’ giunto il momento di una vasta revisione del sistema della tassazione”. Tokyo intende porre la difficolta’ nella tassazione delle aziende online e dei colossi del web sara’ in cima all’agenda del G20 che il paese ospitera’ a Osaka il prossimo anno. Nel 2017 Amazon Japan KK ha conseguito un fatturato di 1.340 miliardi di yen (11,9 miliardi di dollari), 1,5 volte piu’ elevato di quello registrato cinque anni prima, superando il maggiore operatore di centri commerciali del paese, Takashimaya Co. Lo stesso anno, Amazon ha pagato in tasse in Giappone appena 1,1 miliardi di yen (circa 10 milioni di dollari).