Un Argante straordinario, la sua lingua un “italiese” che “profuma” di Mediterraneo, intrisa di “umori, colori e sudori siciliani”, un testo che schiaccia l’occhio al pubblico, una macchina teatrale che non perde un colpo, con un cast perfetto, dai più giovani ai più esperti: per “Il malato immaginario” di Enrico Guarneri, prodotto dall’associazione ABC con la regia di Guglielmo Ferro, il Giardino Corallo di Messina fa il tutto esaurito e, non bastasse la platea straripante a segnalarne il successo, tra gli spettatori c’è anche Guia Jelo, protagonista delle stagioni del Teatro Stabile di Catania, indimenticabile nelle interpretazioni tratte da Camilleri. E’ sempre bellissimo per me tornare a Messina, la città in cui mi sento più amato assieme a Catania”, dice Guarneri, negazione vivente del detto nemo propheta in patria con il capoluogo etneo che lo segue e lo applaude da decenni, ed è l’unico attore catanese capace di portare in giro per l’Italia con sold out assicurati le opere tradizionali del teatro siciliano e ne va fiero. Guarneri si interroga sovrappensiero sui teatri pubblici e sulle loro gestioni: “Il teatro è fatto per gli spettatori. Se uno vuole fare solo il proprio teatro, seguire solo le proprie ossessioni, rappresentare solo la propria visione … ecco, non può e non deve gestire un teatro pubblico, deve farsi un proprio teatro, perché un teatro pubblico è la casa di tutti e la sala è, deve essere, la padrona di questa casa, e la sala è eterogenea, c’è il preside e c’è il bidello, c’è lo studioso e c’è lo studente, c’è l’anziano e c’è il ragazzo, a loro, a tutti loro e solo a loro tocca pensare quando si gestisce un teatro pubblico. E non sempre succede. Anzi …”. Guarneri tornerà al Corallo da qui a poco, per una doppia serata per la quale già si stanno accumulando le prenotazioni, il 9 e il 10 agosto con quel “L’aria del continente” uno spettacolo che rivista e rinnova completamente un testo classico di tradizione.
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