Gino Bartali, un eroe che aiutò gli ebrei italiani in fuga

Il grande ciclista toscano Gino Bartali, è stato un eroe dell’antinazismo: avrebbe aiutato centinaia di ebrei italiani durante la seconda guerra mondiale a sfuggire alle persecuzioni naziste.

La scoperta è stata documentata dalla giornalista Aili McConnon in collaborazione con Andres McConnon, ricercatore storico, in “Road to Valor”, l’ultima biografia dedicata al campione delle due ruote e pubblicato in questi giorni negli Stati Uniti. In base alle loro ricerche, Bartali era stato influenzato dagli insegnamenti del cardinale Elia Dalla Costa, l’allora arcivescovo di Firenze, che si era rifiutato di partecipare alla cerimonia di benvenuto nel capoluogo toscano, organizzata in onore di Adolf Hitler. Secondo i McConnon nel 1943 fu lo stesso porporato a convincere il ciclista ad entrare a far parte della rete clandestina toscana per salvare gli ebrei dalle persecuzioni naziste. La supposizione degli autori si basa sulle varie testimonianze, tra cui risalta la storia di Giorgio Goldenberg, un cittadino israeliano che Bartali avrebbe aiutato a espatriare. L’uomo racconta di come la sua famiglia fosse rimasta nascosta per un lungo periodo di tempo all’interno di una cantina messa a disposizione proprio da Bartali e dal cugino Armando Sizzi, a Firenze. Gli autori affermano che il ciclista toscano faceva spesso la staffetta con Assisi, nascondendo nella sua bicicletta i documenti necessari per salvare le vite degli ebrei in fuga. Le testimonianze, tuttavia, non trovano riscontro nelle fonti scritte. Se fossero confermate, il ciclista  Bartali avrebbe salvato la vita di almeno 600 persone.

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