Gino Paoli su Giorgia Meloni: ‘E’ tosta’. La Schlein: ‘E’ un mistero, non capisco come guida il partito’

In una lunga intervista al Corriere della Sera, il cantante di “Sapore di sale” e ti tanti altri capolavori della musica italiana, Gino Paoli, si racconta e racconta la sua Italia di oggi, attingendo a piene mani anche dalla sua recente biografia, ““Cosa farò da grande”, pubblicata da Bompiani. La sua è una lunga cavalcata di aneddoti sulla sua carriera, le sue avventure amorose, il suo tentato suicidio, quello andato a segno dell’amico Luigi Tenco, Lucio Dalla, la Vanoni, la Sandrelli e la sua vita avventurosa, Gino Paoli trova anche spazio per la politica, anche con qualche “confessione” interessante.

C’è anche la violenza nella sua vita?, gli chiede Cazzullo. “Anche quella è il retaggio della guerra. La mia maestra, accusata di collaborazionismo, fu ammazzata dai partigiani, dopo essere stata rasata e condotta nuda per strada, tra due ali di folla che le sputava addosso”. Ma i partigiani liberarono Genova. “Entrarono dopo che i tedeschi se n’erano andati, senza eseguire l’ordine di Hitler di distruggere la città e il porto. Il comandante della guarnigione e l’arcivescovo Boetto, entrambi massoni, si accordarono per evitare una strage”. Lei Paoli non era comunista? “Sono convinto che i beni dell’intelletto e della natura vadano messi in comune. Ma il comunismo doveva essere una tappa verso la libertà, l’anarchia. “Anarchie avec une A grande comme amour”, diceva Léo Ferré”.

Come trova la Meloni? “Piccola, dura, tosta. Sono contento che ci sia una donna a Palazzo Chigi. Dovremmo eleggerne di più”. Perché? “Perché sono più intelligenti. Vale anche per i cani, sa? Io ho solo femmine: Nana, una bulldog; Lula, una labrador; Leila, una lupa cecoslovacca”. E a sinistra chi le piace? “La Schlein è un mistero: non conosco la sua storia, non capisco come guida il partito. Trovo interessante Greta Thunberg. La barca affonda, e a bordo ci siamo tutti”. Grillo? «È un amico. Come Antonio Ricci e Renzo Piano. E gli amici non si giudicano. È un idealista che voleva davvero fare qualcosa per il Paese: come l’abbia fatto, è un altro discorso».

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