Dalla Versilia, Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervistato da Peter Gomez alla festa de ‘Il Fatto’, apre scenari inediti. Nel frattempo, lo spread comincia a risalire in attesa del giudizio, previsto stasera, dell’agenzia di rating Fitch sull’Italia. Il sottosegretario alla Presidenza ritiene possibile sforare il tetto del 3% del deficit/Pil se è necessario per mettere in sicurezza questo Paese, perché si tratterebbe di una decisione nell’interesse di tutta l’Europa. Giorgetti distingue fra quello che è l’indebitamento netto in situazioni normali rispetto all’indebitamento netto causato da tragedie come quella di Genova dalla quale emerge che in questo paese negli ultimi 20 anni non si sia fatta più una spesa per investimenti seria, soprattutto sotto l’aspetto del capitale infrastrutturale. L’assenza di investimenti “rende indispensabile e urgente il fatto che si metta mano non soltanto ai ponti, qui ci sono le scuole a rischio, qui ci sono gli edifici pubblici a rischio. Una serie di situazioni per cui dobbiamo intavolare con l’Europa un negoziato serio.
Interventi, questi, che porterebbero anche un beneficio in termini di crescita: ‘Abbiamo 5 anni davanti per cercare di salvare questo paese dal disastro e, quindi, cominceremo sicuramente a farlo nella legge di bilancio, persuasi che magari non ne basterà una, ma ce ne vorranno 3 o 4 per avere l’obiettivo di riportare l’Italia a crescere ancora al 2 o 3% all’anno’.
Il plenipotenziario leghista ipotizza uno scenario nero per il Carroccio: ‘Se il tribunale del Riesame dovesse stabilire la confisca delle entrate future della Lega, noi come partito siamo finiti. Il 6 settembre la Lega chiude’.