”Non accetto la critica che questa manovra non sia prudente. Trovo molto imprudente delle proposte che sono state portate nell’ambito dei media. Questo stravolgerebbe questo approccio di responsabilità. Che mi sembra abbia prodotto un apprezzamento da parte di coloro che sono chiamati a valutarla”. Così il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione nelle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
La manovra ”è austera sì, ma espansiva quando serve”, ha detto ancora ricordando come la spesa per interessi non è direttamente controllabile da governo, ma risente delle decisioni assunte dalle banche centrali. Che continuando a perseguire politiche restrittive aumentano l’incertezza. E determinando un incremento degli oneri a carico delle casse pubbliche e dei cittadini”.
In realtà si avviano a superare quota 40 miliardi di euro gli utili totali che le banche italiane realizzeranno nel 2023: “I brillanti risultati raggiunti nei primi tre trimestri dell’anno, confrontati con quelli dei 12 mesi precedenti, consentono di stimare, in proiezione, che i profitti del settore bancario del nostro Paese si attesteranno, complessivamente, attorno a 43 miliardi e 431 milioni”. E’ quanto stima il sindacato bancario Fabi in un’analisi diramata in questi giorni.
Si tratta, si legge, di un risultato che sarebbe superiore di ben 17,2 miliardi (+70%) rispetto ai 25,4 miliardi di utili del 2022. E quasi il triplo se confrontati con il quinquennio precedente: nel 2021 gli utili si erano attestati a 16,4 miliardi, nel 2019 a 15,7 miliardi e nel 2018 a 15,1 miliardi. Mentre nel 2020, indica ancora il sindacato, a causa della pandemia da Covid, il risultato complessivo fu di soli 2 miliardi.
Il 2023, afferma la Fabi, sarà dunque ricordato come “un anno d’oro per i profitti delle banche italiane”. Questi numeri vengono subito analizzati e commentati da Marco Osnato, deputato di Fratelli d’Italia, presidente della Commissione Finanze alla Camera e responsabile economico del partito. La tassa sugli extraprofitti rimodulata dal governo dopo un confronto tra le forze di maggioranza non sta causando i disastri evocati dalle opposizioni, tutt’altro. “Il sindacato dei bancari ci dà ragione- afferma Osnato osservando i dati: “Nel 2023 gli utili delle banche cresceranno del 70% rispetto al 2022 e si avvicineranno a tre volte la media 2019-21. Davvero si può pensare che l’imposta sugli extraprofitti abbia creato disastri, anziché ribadire che il settore del credito deve trasferire alla clientela parte dei suoi risultati straordinariamente positivi, scegliendo il rafforzamento patrimoniale come alternativa?”.
“Qualcuno ipotizzava – aggiunge Osnato- che l’imposta potesse dissuadere le banche dall’acquistare il nostro debito pubblico. Ma tre delle quattro principali agenzie di rating non hanno dato alcun allarme, anzi sottolineando la solidità del nostro sistema economico”. Prosegue l’esponente di FdI. “Lo spread è leggermente aumentato, vero, ma in una fase nella quale i continui rialzi dei tassi hanno spaventato gli investitori in titoli sovrani. È a Francoforte che vanno cercati i responsabili, perché il centrodestra italiano sta lavorando per i cittadini, le imprese e la stabilità del sistema creditizio“, conclude Osnato.
Aggiunge il segretario della Fabi, Sileoni: “Le nostre previsioni confermano che il settore bancario italiano sta attraversando una fase straordinaria: gli utili raggiungono livelli record. E questi risultati sono anche frutto dell’impegno quotidiano di chi lavora in banca. Le richieste avanzate da tutti i sindacati a livello unitario al tavolo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro sono più che legittime”.
”Il tentativo che facciamo di mettere nei bilanci familiari cifre significative dovrebbero in qualche modo contribuire a sostenere i consumi. Esattamente questo è il nostro obiettivo”, ha spiegato il titolare dell’Economia sottolineando che circa due terzi dell’intera manovra è diretta a famiglie con redditi medio bassi.
”L’unica parte espansiva della manovra che ha generato tagli di spesa significativi in altri comparti per finanziarla è questa”. Giorgetti replica a chi giudica la manovra peggiorativa delle legge Fornero. Falso. “Sulle pensione c’è un filo conduttore. Siamo andati a favore, ancora una volta, dei più bisognosi. ‘Non è vero che peggiora la legge Fornero, che non prevedeva forme di flessibilità in uscita”. Noi – spiega il ministro leghista – abbiamo ridotto da 1,5 a 1 l’ammontare dei contributi da versare per avere accesso alla pensione di vecchiaia. Perché altrimenti diventava un miraggio per i nuovi lavoratori”. La legge Fornero, inoltre, ”prevede forme di pensione anticipate soltanto per i lavoratori ricchi, perché consente di andare in pensione per coloro che con 20 anni di contributi arrivano a tre volte il trattamento minimo”.
Forse – ammette Giorgetti durante l’audizione – ”abbiamo fatto meno per le imprese. Molto lì è rimesso a come funzionerà e se funzionerà il Pnrr e in particolare la varianze RepowerEu”. Insomma, è un capitolo ancora in fieri. “In questi giorni, in queste ore, stiamo negoziando la ricomposizione del Pnrr” e nel RepowerEu. Ci sono misure molto significative per il sistema delle imprese, che devono in qualche modo sostituire altre misure”.
Nessuna anomalia nella richiesta di non presentare emendamenti alla legge di bilancio. ”Io ho espresso un auspicio che è quello tipico del ministro dell’Economia che scrive una legge di bilanci. L’auspicio è che tutti dicono bene, bravo, va bene così. Poi degli errori li abbiamo fatti sicuramente anche noi, delle proposte migliorative sicuramente ci potranno essere”. Infine un passaggio sullo sciopero generale. “È legittimo scioperare, ‘però che il governo non abbia a cura gli interessi dei lavoratori dipende con minore reddito, questa critica no”.