Mantenere allo Stato una quota di Poste Italiane superiore al 50%. È quanto prevede il Dpcm approvato in via definita dal Consiglio dei ministri durante il quale il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha presentato lo schema del Piano strutturale di bilancio di medio termine, richiesto dall’Europa con le nuove norme sul Patto di Stabilità. Nel corso del Consiglio dei ministri è stato salutato l’ingresso di Alessandro Giuli in squadra e sono stati approvati in via preliminare il decreto che introduce il Testo unico in materia di versamenti e di riscossione e quello per la modifica dell’organizzazione del ministero dell’Istruzione e del Merito. Via libera anche all’estensione dello stato di emergenza in Emilia Romagna in relazione al terremoto del 2023, proposta dal ministro della Protezione civile Nello Musumeci che ha incassato anche il via libera a un ulteriore stanziamento di 7.950.000 per il completamento degli interventi in corso.
Il Dpcm sulla privatizzazione di Poste italiane regolamenta l’alienazione di una quota della partecipazione detenuta dal Mef, “al fine di determinare – si legge in una nota di Palazzo Chigi – il mantenimento di una partecipazione dello Stato al capitale” della società “anche per il tramite di società direttamente o indirettamente controllate dal Ministero dell’economia e delle finanze, superiore al 50%”. Il testo tiene conto dei pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari.
Per quanto riguarda poi il Piano strutturale di bilancio (Psb) Giorgetti ha illustrato l’impegno del governo a portare il deficit sotto il 3% già nel 2026 e a imbrigliare la crescita media della spesa netta all’1,5%. Due punti fermi che garantiscono la sostenibilità del debito e rinnovano l’intenzione di conseguire la correzione dei conti in 7 anni e non 4, come previsto dalle attenuanti del nuovo Patto riformato da negoziare con la Commissione europea. Il Piano non contiene ancora le stime programmatiche per capire l’aggiustamento dei conti o le risorse a disposizione per la manovra, in attesa della revisione dei dati Istat attesa il 23 settembre. Dopo l’aggiornamento delle stime sul crescita e conti, il Psb dovrebbe tornare in Consiglio dei ministri e da lì essere trasmesso a stretto giro di posta alle Camere e poi a Bruxelles, entro fine mese. Per il 25 settembre, inoltre, secondo quanto trapelato, il governo ha fissato una riunione di Giorgetti e del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano con i leader della Cgil, Cisl, Uil e Ugl per presentare lo schema del Psb.