Giorgetti tra Nadef e conflitti mediorientali: ‘Prioritari tagli alle tasse e aiuti alle famiglie’

«Alla luce delle nuove regole che si stanno delineando per la governance economica europea, il ferreo controllo dell’andamento della spesa diventerà un imperativo non più eludibile»: così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, nel corso dell’audizione sulla Nadef alle commissioni bilancio di Senato e Camera.

«L’incertezza che caratterizzava il contesto esaminato nell’ambito del Def non si è diradata – ha aggiunto il ministro – Al contrario, ha contribuito a determinare un generale rallentamento dei ritmi di crescita globali. In questo contesto si inseriscono i recenti eventi che hanno caratterizzato l’area mediorientale, che aggiungono ulteriore instabilità ad un quadro già reso complicato da conflitti e tensioni geopolitiche».

«La politica di bilancio prudente – ha precisato il ministro leghista – unita ad un’attenta gestione delle scadenze e delle emissioni nonché a una gestione più dinamica delle partecipazioni, «consentirà di attuare il necessario consolidamento della finanza pubblica». Per Giorgetti  la manovra consentirà «l’attuazione della prima fase della riforma fiscale delineata nella legge delega approvata nel corso dell’estate, che il Governo intende mettere in atto nel corso della Legislatura».

«La riduzione a tre aliquote dell’imposta sulle persone fisiche – ha spiegato ancora il Ministro – determinerà un alleggerimento della pressione fiscale in favore delle famiglie, che potranno beneficiare di un maggior reddito disponibile». Nell’ambito della riforma «saranno inoltre previste misure che, al fine di affrontare il problema della denatalità, forniscano un sostegno in favore delle famiglie, con redditi medi e bassi, che abbiano più di due figli».

Giorgetti ha fornito anche alcuni dati salienti: «La pressione fiscale a legislazione vigente è prevista al 42,5 per cento nell’anno in corso, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Tale andamento, che è atteso proseguire con la stessa evoluzione nella media nel triennio successivo, porterà a un livello del 41,8 per cento nel 2026».

Giorgetti non ha tuttavia mancato di sottolineare i «segnali positivi provengono dal mercato del lavoro» che, «nonostante il deterioramento del quadro economico, sta mostrando una sostanziale tenuta».

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