Giorgia Meloni a ‘Mattino Cinque’, intervistata da Francesco Vecchi sui temi di strettissima attualità

Le elezioni europee di giugno si avvicinano e i leader politici mettono a punto le strategie per far crescere il loro peso sulla scena pubblica. Se ne parla durante la puntata di Omnibus del 21 maggio quando in collegamento c’era il professor Giovanni Orsina, dell’università Luiss. Orsina svela la strategia del premier Meloni negli equilibri di Bruxelles.

“Il gioco di Giorgia Meloni è quello di collocarsi come cardine e cerniera. Cioè essere la forza politica di destra che dialoga con i popolari ma fa da gatekeeper rispetto alle forze alla sua destra, quelle che possono essere incluse e quelle che non possono esserlo. Questa è la sua idea astratta. Il problema è capire dopo il voto se questa posizione le sarà consentita. Nessuno vuole che un altro partito sia nella posizione di cardine perché il cardine ha un sacco di vantaggi. Bisognerà capire se le sarà consentito o le sarà richiesta una scelta. Dipenderà da come si muoveranno tutti: alla sua destra e alla sua sinistra in un gioco molto complesso fatto da tanti partiti nazionali e gruppi politici che seguono il proprio interesse. È un gioco talmente complesso che oggi è impossibile da prevedere”.

Tante le domande per Giorgia Meloni, a “Mattino Cinque“, in una lunga intervista con Francesco Vecchi su tutti i temi di strettissima attualità. A cominciare dal “giallo” iraniano. “Vedo in queste ore che le autorità iraniane accreditano la tesi dell’incidente, non letture complottiste. Attualmente non vedo grandi modifiche nell’assetto interno in Iran”, ha detto la premier Giorgia Meloni, ospite di Mattino Cinque, su Canale 5, commentando la morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi. “Voglio esprimere la solidarietà mia e la solidarietà dell’Italia al governo iraniano e al popolo iraniano”, ha sottolineato la presidente del Consiglio. Preoccupata per la situazione in Iran? “Io sono preoccupata di default, come chiunque nella mia situazione, quando si ha il peso di una nazione su spalle. Voglio esprimere la solidarietà mia e la solidarietà dell’Italia al governo iraniano e al popolo iraniano”. l conduttore che chi gli domanda poi se ci siano spazi per garantire più libertà, come chiesto da diversi movimenti iraniani, “se si vuole essere realisti – dice ancora Meloni – non vedo che ci saranno grandi modifiche nel regime iraniano”, dunque “è difficile aspettarsi grandi rivoluzioni. Però chiaramente continuiamo a monitorare e continuiamo a fare la nostra parte per vedere qualche spiraglio”.

“Per la transizione verde, con la scusa della difesa dell’ambiente, abbiamo visto l’Ue che attaccava le nostre libertà. Ha preteso di dirci cosa mangiare, cosa guidare, se dovevamo efficientare le case e come lo dovevamo fare senza dire chi pagava, quali tecnologie le aziende potevano utilizzare. Mi pare ci sia una limitazione alla libertà delle persone su cui tornare indietro. L’Ue può dare gli obiettivi, ma i Paesi giudicano come conseguirli”, ha detto la presidente del Consiglio. Colpa della Von Der Leyen se l’Ue arranca? “Il problema è la maggioranza che sostiene la Commissione, come sempre accade in queste cose. Ci stiamo a impiccare sul nome, ma la verità è che serve una maggioranza diversa da quella vista negli ultimi 5 anni, con i socialisti e i liberali: mettere insieme questa gente non risolve i problemi. Per me i partiti di centrodestra sono potenziali alleati. Voglio provare a fare in Europa quello che abbiamo fatto in Italia con partiti di destra di varia estrazione e abbiamo mandato a casa la sinistra. Vorrei mettere insieme partiti compatibili pur con sfumature diverse: è una sfida difficile ma si può arrivare a centrarla”, si dice convinta.

Per il mancato confronto con Elly Schlein su Rai1 “mi dispiace molto perché secondo me è un’occasione persa, molti mi hanno chiesto chi te lo fa fare? Soprattutto se sei in vantaggio, secondo me il confronto è sempre bello, aiuta cittadini a capire cosa sta accadendo”. Quanto alle regole della par condicio e il dibattito sulla possibilità di cambiarle, “fermo restando che se dicessi adesso che voglio modificare la par condicio per settimane i giornaloni scriverebbero che il governo è autoritario, sono materia di cui è meglio non se ne occupi il governo, se ne dovrebbe occupare il Parlamento. La legge è la stessa che c’è sempre stata”, ricorda la presidente del Consiglio. Il confronto tv sarebbe stato un modo per capire bene cosa cambia se vince un modello o se vince l’altro, dopodiché ha dato fastidio a qualcuno, ne prendo atto, lo faremo in altri modi”.

Ride di gusto, la Meloni, quando le viene chiesto cosa pensa delle accuse della sinistra sul fatto che sarebbe un trucco chiedere agli elettori di votarla scrivendo “detta Giorgia“. “Questi dibattiti della sinistra non li seguo più, cosa devo dire? Scrivete Giorgia Meloni detta Sbirulino?”. “Ho chiesto scrivete anche solo Giorgia sulla scheda perché la cosa di cui vado più fiera è che quando incontro le persone mi danno del tu e mi chiamano Giorgia significa che il ruolo” che ricopre “non ha creato distanza e che io sono ancora la persona del popolo che ero prima di diventare premier. Questo infastidisce i salotti della sinistra radical chic, ma io sono fiera di essere del popolo, che mi diano del tu, che non sono una persona che si sente su un piedistallo anche se alla sinistra farebbe orrore”. Per Meloni si tratta di “due mondi: ho visto un tweet di un senatore che dice addirittura ‘non chiamatemi per nome ma dottore, perché io sono laureato’. sei dottore, bravo, ti sei potuto laureare bravo, in Italia molta gente la laurea non se l’è potuta prendere, io non ho una laurea ma sono arrivata a fare il presidente del Consiglio e vuol dire che puoi arrivare dappertutto anche senza condizioni di partenza che qualcuno ha potuto avere”.

Con il modello Italia-Albania sui migranti “ci guadagniamo di allentare la pressione sul territorio italiano, e ci guadagniamo un effetto dissuasione per questi potenziali migranti illegali che può essere potentissimo”, è un altro dei passaggi del premier ospite di Mattino Cinque. “La sinistra si è stracciata le vesti, alcuni giornalisti di parte sono andati a rincorrere tutti i commissari europei chiedendo ‘ma non vi sembra una violazione dello stato di diritto?’, ma la verità – ha detto ancora Meloni – è che 15 paesi su 27 hanno firmato una lettera per chiedere alla prossima Commissione di utilizzare il modello Albania per gestire i migranti. Le soluzioni pragmatiche trovano interlocutori. Se l’accordo con l’Albania funziona può essere il nuovo modello di gestione dei migranti per l’intera Europa”.

Per la vicenda di Chico Forti, rientrato in Italia dopo 24 anni di reclusione negli States, “ho provato tanta soddisfazione. Perché? Perché io da diversi anni seguivo la vicenda e il suo caso, conosco la sua famiglia, sono contenta per una madre che può riabbracciare il figlio, sono contenta di aver mantenuto l’impegno, di essere riuscita dove altri non sono riusciti. È una bella pagina per il governo le nostre autorità. Ringraziamo i colleghi statunitensi per la collaborazione, dopo 24 anni carcere penso fosse giusto per Chico tornare in Italia e riabbracciare sua madre”.

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