Giorgia Meloni a sorpresa al Tg La7 di Enrico Mentana,  per un serrato botta e risposta

Nella serata di mercoledì 5 giugno la presidente del Consiglio è stata ospite del Tg di La7 in vista delle elezioni europee. Tra i due c’è stato fitto dialogo incentrato sui temi caldi della politica e non sono mancate frecciate e battute, tra cui un attacco di Meloni ai conduttori di La7.

La presenza di Giorgia Meloni al Tg di La7 è stata presentata a sorpresa da Enrico Mentana. Il giornalista ha spiegato che giovedì e venerdì ci saranno in prima serata incontri con i leader delle 11 liste che partecipano alle elezioni europee.

Meloni era prevista per venerdì, ma ha fatto sapere che non sarà presente per un impegno preso da tempo a Verona con il presidente Mattarella. Quindi la richiesta di anticipare a giovedì, ma “ci è stato risposto di no. È il motivo per cui non vengo spesso qui”

“Allora abbiamo pensato – ha detto Mentana – quello che molti dicono in questi giorni, che c’è un problema” tra Meloni e La7.

“Non c’è mai un problema tra me e le persone che non la pensano come me”, ha detto Meloni. Poi Mentana ha punzecchiato la premier, dicendo che “è stata un po’ complice con quel video che ha mandato ai telespettatori di La7″.

“Qualcuno ci ha visto un attacco ai telespettatori di La7, invece io mi sono limitata a ironizzare con alcuni conduttori di La7, penso sia nel mio diritto”.

“Penso anche che sia la ragione per la quale non mi capita spesso di venire, se si vuole costruire il racconto del mostro poi non si può neanche sperare che io faccia il mostrino addomesticato”.

Mentana ha poi ricordato che è la sesta volta che Giorgia Meloni fa campagna elettorale da leader di Fratelli d’Italia, La7 l’ha sempre invitata e lei è sempre andata.

Poi in chiusura Enrico Mentana si è rivolto così a Giorgia Meloni: “Speriamo di rivederla su La7 dopo la fine della campagna elettorale, in tempo di pace politica”.

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha risposto: “Sono sempre disponibile a parlare di politica, se si vuole parlare di politica”.

A conclusione dell’intervista realizzata al Tg delle 20, Enrico Mentana è sembrato quasi giustificarsi: “Non le ho regalato niente, era lo spazio che le spettava” per la campagna elettorale, ha detto il direttore sorridendo e scherzando sul fatto che comunque un regalo alle signore è sempre un bel gesto. La signora in questione era Giorgia Meloni. E questo spiega il perché di quella che è suonata quasi come una excusatio non petita. “Glielo diranno, lo sa” che anche La7 è diventata TeleMeloni, aveva scherzato prima il premier. “TeleMeloni Cairo”, aveva rilanciato Mentana. “La verità è che questo è un mondo nel quale si vorrebbe io sparissi, ma non accadrà”, è stato il modo in cui il premier ha chiuso lo scambio di battute per lasciare spazio ai temi: occupazione, sanità, immigrazione, guerre. Il lavoro svolto dal governo e quello che sta portando avanti.

‘La mia presenza qui dimostra che sono sempre disponibile a parlare’, ha detto Meloni, rispondendo alla prima domanda di Mentana, che poi le ha chiesto di quanto avvenuto  in Albania con il segretario di +Europa Riccardo Magi. Il premier ha raccontato di averlo vista seduto nel corso della conferenza stampa e di essere rimasta “colpita” dal fatto che abbia deciso di realizzare la sua protesta non lì, dove per altro lo avrebbero riconosciuto, ma quando si è trovato solo tra albanesi “che non potevano sapere che è un parlamentare” e che si sono legittimamente allarmati, bloccandolo, quando si è lanciato verso l’auto prima di Edi Rama e poi sua. “Io fatto tante campagne elettorali, anche dure, ma mai mi sarei sognata di fare una piazzata quando il premier italiano era impegnata con un omologo, ma questo – ha quindi commentato Meloni – è un tema che la sinistra non si pone molto spesso”.

Mentana quindi le ha chiesto la differenza tra trovarsi all’opposizione ed essere al governo e Meloni ha risposto che c’è una costante tra i due ruoli: “Dire sempre la verità”. “I cittadini sono molto più intelligenti” di come qualcuno li racconti e lo capiscono. “Io oggi dico le stesse cose di quando stavo all’opposizione”, ha rivendicato il premier, rivendicando il diritto a raccontare anche in queste settimane di campagna elettorale quanto il governo sta realizzando. Sul tema del lavoro e dei salari Meloni ha risposto alle domande di Mentana ricordando che “in Italia si trascina da anni. Per questo noi appena arrivati abbiamo concentrato tutte le poche risorse che c’erano a rafforzare i redditi delle famiglie. L’Istat – ha aggiunto – dice che da ottobre 2023 i salari hanno ricominciato a crescere più dell’inflazione, nel 2023 sono cresciuti del 3%. È un cambio di passo. Non si può pensare che in un anno risolviamo la situazione, ma si è invertita la tendenza. Vuol dire che spendere risorse sulle cose più importanti invece di gettarle dalla finestra dà i suoi frutti”. Così come l’aumento dell’occupazione, che ha introdotto la domanda sul decreto flussi e la denuncia all’antimafia per il sospetto di infiltrazioni criminali nel meccanismo.

“Fermo restando che noi siamo il primo governo che ha fatto un decreto flussi triennale, quindi non di anno in anno, si figuri se non capisco questo problema, però i dati non dicono questo”, ha risposto Meloni a proposito delle considerazioni del governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta sulla necessità di un ingresso di immigrati regolari molto più ampio di quelle che sono le stime dell’Istat. “Almeno non quelli che io ho reso pubblici ieri, perché quando noi abbiamo fatto il decreto flussi, particolarmente quello triennale, abbiamo previsto anche un sistema di monitoraggio di questi flussi. I dati che sono emersi e ho denunciato ieri sono obiettivamente raccapriccianti. Dicono, punto primo, che in alcune regioni, in una in particolare, la Campania, c’è una richiesta esorbitante di ingressi per motivi di lavoro rispetto a quello che il tessuto produttivo locale può drenare, può raccogliere”. Una fotografia che fa pensare a una infiltrazione di organizzazioni criminali.

Sanità. Mentana ha riportato a Meloni le accuse dell’opposizione sulla mancanza di fondi. “Le opposizioni fanno il loro lavoro”, ma “per quanto riguarda le risorse non è vero: questo è il governo che ha messo sul fondo sanitario più soldi in assoluto, 134 miliardi non erano mai stati messi da nessuno, in più 500 milioni per le liste di attesa, altri 750 milioni con la revisione del Pnrr” e “abbiamo stanziato altri 500 milioni con questo decreto nelle regioni del Sud per comprare i macchinari”, ha detto il premier, che poi ha dato vita a un altro siparietto con il direttore del Tg La7 sulla durata dell’intervista, che stava andando oltre i tempi previsti. “Non vorrei che arrivi anche a lei l’accusa di incontinenza…”, ha detto Mentana al premier. “No, io mi tengo nana e tutte le altre ma incontinente gliela lascio…”, ha replicato Meloni.

E dopo aver parlato di Ucraina e Israele, l’inevitabile domanda sul Colle, alla luce delle polemiche sollevate il 2 giugno dalle dichiarazioni del leghista Claudio Borghi. “Io non lo avrei fatto, non sono d’accordo. Però è anche legittimo criticare, poi sono contenta che Salvini abbia detto una parola chiara su questo, da una parte è legittimo criticare dall’altra io non avrei fatto quella critica”, ha detto il premier, ribadendo però di non essere disposta ad accettare su questo tema lezioni dalla sinistra che a sua volta nel continuo “tirare per la giacchetta Matterella, come per esempio sul premierato” non dimostra un particolare rispetto istituzionale’’

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