Sorge spontaneo oggi dedicare il mio editoriale a Giorgia Meloni che, all’assemblea di Federmanager, ha impostato il suo intervento su ‘merito, competitività e competenza’, che sono i pilastri della sua azione di governo. Parlare di merito fa volare la mia memoria all’intervento di Claudio Martelli che, nel 1982, alla conferenza di Rimini del PSI, tenne un discorso divenuto celebre, sul lavoro, sulla scuola, sul ruolo della politica in un paese moderno, fissandolo in una formula semplice e destinata a grande fortuna: ‘il merito e il bisogno’. Martelli fece emergere la necessità di riscattare il mondo del bisogno, il mondo della miseria e del dolore, per fare emergere la volontà di fare emergere un mondo migliore aprendo la strada a persone che abbiano meriti, capacità e talento. Strano a dirsi il paesaggio socio-politico dell’Italia di oggi non è cambiato, e sono passati quaranta anni. L’altro punto politico che voglio toccare è il rifiuto di Elly Schlein, all’invito della premier, che la invitava a partecipare con un intervento, alla manifestazione in programma ad Atreju nel mese di dicembre. Tornando all’assemblea di Federmanager la nostra premier ha sottolineato la possibilità di poter disporre del ‘capitale umano che è il patrimonio più prezioso che abbiamo’, realtà che ci può fornire la necessaria ‘competitività e competenza’. Ha ribadito: ‘Per noi la parola competitività significa costruire un’Italia che possa giocarsela ad armi pari con le altre Nazioni. Un concetto che vale in tutti gli ambiti, a maggior ragione per le nostre imprese e per voi manager che le guidate’. Il suo governo, fin dal suo insediamento, è impegnato ‘per superare le rigidità del nostro sistema e per liberare le energie positive dell’Italia’. Afferma, la premier, di essere impegnata a costruire un ‘fisco più amico’, ‘una burocrazia alleata di chi crea ricchezza e occupazione’, ‘investimento nelle infrastrutture, nella ricerca, nell’innovazione’. Ovviamente sono semplici enunciati e da mettere nell’augusta categoria dei ‘pii desideri’ fino a quando non saranno realizzati. Poi, la Meloni mette la ‘competenza’ in binomio col ‘merito’, ricordando che si tratta di ‘due valori aggiunti per la nostra Nazione: ‘Sembra un’ovvietà ribadirlo, ma non sempre è stato così. Per anni ci è stato detto il contrario, ovvero che uno valeva uno e che la competenza non serviva a niente. Messaggi devastanti, di cui purtroppo paghiamo ancora le conseguenze. Noi abbiamo scelto di chiudere quella stagione e di lavorare per riattivare l’unico ascensore sociale di cui disponiamo: ‘il merito’. Lo Stato deve garantire a tutti le stesse possibilità nel punto di partenza, ma spetta al singolo dimostrare quanto vale. Spetta, cioè, ad ognuno di noi decidere qual è il nostro punto di arrivo’. Arrivano poi i dati: ‘La strada per costruire un’Italia più forte passa anche da un’altra priorità: ridurre il divario economico, sociale, infrastrutturale tra Nord e Sud. È la ragione che ci ha spinto a stanziare, con questa legge di bilancio, un miliardo e 800 milioni di euro per il credito d’imposta alle imprese che investono nella nuova Zes unica. Si tratta di una grande opportunità per tutto il sistema imprenditoriale italiano, perché più cresce il Sud, più cresce e diventa competitiva l’Italia’. Ritornando a ‘Il merito e il bisogno’ di Claudio Martelli mi preme ricordare che il governo Craxi dell’epoca con la sua politica economica rivendicò questi successi: l’inflazione nel periodo 1983-1987 scese dal 12,30% al 5,20%, e lo sviluppo dell’economia italiana vide una crescita dei salari (in quattro anni), di quasi due punti al di sopra dell’inflazione. L’Italia divenne il quinto Paese industriale avanzato del mondo. Comunque, lo stesso governo, dovette lottare con gestione di bilancio creato dagli squilibri accumulatosi nei conti pubblici nel decennio precedente. Oggi, come ieri, parliamo di emancipazione economica e sociale sul terreno democratico ai fini di una vera giustizia ottenuto su un vero terreno libertario. Parliamo di ‘affatrellare’ uomini e donne, singoli e gruppi, intorno alla povera gente, a ideali e programmi illuminati dalla ragione critica e dalla fede in un avvenire migliore. Arriviamo ora a Elly Schlein e Atreju. La Schlein, invitata da Giorgia Meloni ad essere presente con un intervento ad Atreju, tradizionale kermesse politica organizzata da Fratelli d’Italia, rifiuta l’invito ricevuto perchè ‘a suo dire, il confronto con Fratelli d’Italia si fa in Parlamento’. Sull’invito alla leader dem si consuma un piccolo giallo. “Elly Schlein ad Atreju? L’ho appreso da giornali, non è ancora partito nessun invito, sto gestendo io gli inviti, ciò detto Atreju è aperto a tutte le idee politiche”, ha detto lo stesso Donzelli a Ping Pong su Radio1 Rai intervistato da Annalisa Chirico. Invito o no, Schlein ha deciso di evitare il confronto sul palco della festa del partito della premier Giorgia Meloni. “E nostra tradizione invitare i rappresentanti delle opposizioni. Sarebbe bello che il Pd di Schlein sapesse cogliere la sfida che la premier Meloni ha lanciato, di cambiare l’Italia insieme”, aveva commentato Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, intervistato nel corso della trasmissione Agorà su Rai3. “È un invito a dire alle opposizioni che siamo disponibili al confronto e al ragionamento, l’esatto contrario di quello che fa una parte del sindacato che al confronto risponde con lo sciopero”. La scelta preventiva della dem ha provocato comprensibili critiche: “Non so se Donzelli ha invitato la Schlein ad Atreju, ma il diniego preventivo del Pd viola ogni galateo di confronto civile. Meglio la capacità di dialogo e di confronto del Pci”, è la stoccata del presidente della Dc, Gianfranco Rotondi. La scelta della premier, come riportato da Tommaso Ciriaco su Repubblica ha un significato politico. Premesso che la kermesse di FdI ha sempre ospitato leader di centrosinistra, questo invito assumeva un significato particolare, dal momento che la prima forza del Paese, alla guida del governo, aveva deciso di coinvolgere sul palco il principale leader dell’opposizione. Se la Schlein avesse accettato l’invito, ci sarebbero potute essere delle prove tecniche di dialogo tra le rappresentanti di due partiti molto diversi. Secondo Repubblica, l’obiettivo della Meloni sarebbe stato quello di individuare un avversario e di riconoscerlo. L’evento si terrà a Roma dal 14 al 17 dicembre, a Castel Sant’Angelo. In ogni caso, c’è da sottolineare che Atreju ha sempre riservato una buona accoglienza agli avversari politici che vi hanno partecipato, da Fausto Bertinotti a Walter Veltroni fino a Giuseppe Conte. Chiudo con una nota ironica il mio editoriale citando Fiorello: ‘A quanto pare Giorgia Meloni ha invitato Elly Schlein ad Atreju, convinta che fosse una località, Schlein ha cercato Atreju su Google Maps ed è finita in un paese del Signore degli Anelli. Alla fine – conclude tra le risate in studio – ha ringraziato per l’invito, ma non ha accettato. ‘Non ho nulla di nero da mettermi’ pare sia stata la sua risposta’.
Andrea Viscardi