Giorgia Meloni, intervistata da Massimo Giletti nel talk show di La7 ‘Non è l’Arena‘, ha fatto alcune dichiarazioni sul caso della giornalista Rula Jebreal e la polemica scoppiata sul suo invito al prossimo Festival di Sanremo. La presidente di Fratelli d’Italia ha poi parlato dei venti di guerra in Iran e della situazione in Libia.
“Dipende cosa va a fare Rula Jebreal a Sanremo“, ha dichiarato Giorgia Meloni. “Se va a fare la presentatrice nulla in contrario, ma se fa un monologo senza contraddittorio non è quello il contesto. Lei non fa parte del mondo dello spettacolo”.
“Se avessimo dato 30mila euro”, ovvero il cachet previsto per Rula Jebreal, “a Mario Giordano per andare a Sanremo quando eravamo al governo con Silvio Berlusconi, sarebbero arrivati i caschi blu dell’Onu“, ha sottolineato ai microfoni di ‘Non è l’Arena’.
“Per la destra la politica estera è prima di tutto tutela dell’interesse nazionale“, ha sottolineato Giorgia Meloni parlando di Iran: “Non sempre gli interessi nazionali italiani ed europei sono perfettamente sovrapponibili a quelli degli americani, che restano alleati storici“.
La presidente di Fratelli d’Italia ha poi specificato, ancora critica sull’omicidio del generale iraniano Qasem Soleimani, che “il principale nemico dell’Europa sono i tagliagole dell’Isis, a cui sono tradizionalmente vicini i sauditi”, e non i persiani.
“L’Italia deve pretendere che l’Unione Europea esista con una sola voce. Noi siamo la nazione più esposta rispetto alla Libia. Ci vuole un inviato speciale italiano, certo, ma solo se gli esponenti dell’Ue non si muovono contro di lui”, ha poi dichiarato sulla questione libic.
Riguardo l’ipotesi di inviare l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti, Giorgia Meloni ha concluso: “Nulla contro di lui, sicuramente la Libia la conosce. Mi sembra uno dei meno peggio dei nomi che questo governo potrebbe fare. Bisogna vedere con quale missione, però”.