Questo è il momento più delicato per la nostra Premier, da quando si è insediata alla guida del governo. Lo e’ perché coinvolge sia la politica estera ed europea, nonché l’ alleanza atlantica che per la Meloni, sin dall’inizio del suo mandato è stata una priorità. Oggi la maggioranza si è divisa: Forza Italia e Lega si trovano ai poli opposti circa il voto espresso sulla maggioranza Ursula, il che implica un giudizio diverso sull’Unione Europea e sulla politica che esprimerà nei prossimi cinque anni. Nemmeno Fratelli d’ Italia, come sappiamo, ha espresso voto favorevole, ma ha cercato, in un certo qual senso di edulcorare il dissenso, per non pregiudicare i buoni rapporti intessuti dalla Meloni con la von der Leyen. Un modo come un altro di non fare escludere l’ Italia dall’ establishment europeo. Ma a quanto pare non ha sortito gli effetti desiderati. Infatti dopo un giorno dalla rielezione della von der Leyen, ( sarà un caso?) c’è stato il mancato riconoscimento da parte della Nato. Una posizione di prestigio nell’ area del Mediterraneo era attesa dal segretario uscente Stoltenberg, che invece ha preferito gli spagnoli. Il governo italiano ha accusato il colpo e ha reagito in modo stizzito e poco diplomatico. Si è addirittura parlato di affronto. Sicuramente non c’è un nesso diretto tra i due episodi, ma l’ opinione pubblica, inevitabilmente è portata a collegarli. L’ Italia in politica estera è in grandi difficoltà; tutto il lavoro della Meloni svolto in questi mesi, i suoi continui viaggi all’ estero, i suoi innumerevoli contatti con i grandi del mondo, tanti sforzi per accreditare il suo governo e il suo modo di intendere la politica estera, il rapporto con Biden che adesso è fuori gioco, il piano Mattei per l’ Africa da rendere concreto, il tutto rischia di essere perso. Una maggioranza che si divide sull’ Europa, sulla Nato, sull’ appoggio all’ Ucraina, sono tutti elementi di grande instabilità, non offre garanzie che ad oggi sono state un punto di forza di Giorgia Meloni agli occhi di partner e alleati. Per quanto riguarda la Nato riteniamo che la posizione filo russa di Salvini abbia pregiudicato la nomina italiana. A Giorgia Meloni, ora, non resta che cucire gli strappi all’ interno della sua maggioranza. La stessa polemica di Tajani nei confronti della Lega, ben presto finirà per trasformarsi in una polemica nei confronti della Premier con il piacere del capo leghista. Alla Premier oltre che mediare le occorre un colpo di reni per rimettersi in gioco.
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