Giorgia Meloni diserta il lancio della candidatura di Bernardo

Giorgia Meloni è assente alla presentazione, a Milano, del candidato del centrodestra a sindaco Luca Bernardo. Tutti leggono l’assenza come un segnale agli alleati dopo la vicenda del cda Rai. Ignazio La Russa, presente alla presentazione, interpellato in merito, risponde così: “Fatevi delle domande e datevi delle risposte”.

La Russa, seduto in seconda fila, non ha gradito che i posti di prima fila siano riservati solo a Lega e Fi. In prima fila c’è il posto vuoto di Giorgia Meloni, che sta presentando il suo libro a Latina. Mentre sta parlando Salvini, Licia Ronzulli prova a mettere sulla sedia riservata a Meloni un nuovo segnaposto con scritto ‘Lega’. Un gesto che la Russa non gradisce: prende il foglio e lo appallottola.  “Quattro di Forza Italia in prima fila, questa mania di esibirsi non ci piace”, spiega poi La Russa ai giornalisti, che gli chiedono il motivo dello scontro.

A Milano FdI – come scrive La Stampa – secondo alcuni sondaggi pubblicati in questi giorni sarebbe al 12-16 per cento, al pari della Lega che si colloca tra il 14 e il 18 per cento. Il candidato Luca Bernardo si è detto dispiaciuto per l’assenza della leader di FdI ma ha aggiunto di essere consapevole che «è molto impegnata. Con Meloni ci sentiamo – ha precisato Bernardo – e so che mi è molto vicina e questa è la cosa più bella».

«Io corro per vincere. Milano è in cerca di ripresa, di rilancio. Voglio però partire con una campagna di ascolto, perché la cosa peggiore è non sentirsi considerati. I milanesi hanno voglia di un cambio di passo, dopo il periodo terribile che hanno passato». All’indomani della sua investitura come candidato a sindaco di Milano per il centrodestra, Luca Bernardo, chiarisce di non essere preoccupato per il gap di notorietà che lo divide da Giuseppe Sala. «La notorietà – sottolinea – non si guadagna alzando il volume della voce. Si raggiunge ragionando sui temi. Il sociale, l’innovazione, l’economia. Potrei dirne mille».

Primario di pediatria al Fatebenefratelli e medico che si è formato anche negli Usa ed è da sempre impegnato nel social, 54 anni, sposato con Francesca e padre della 25enne Lucrezia, è l’uomo intorno al quale si è sciolta un’impasse durata mesi, quel civico cercato a lungo e con non poche difficoltà. Insieme all’orgoglio civico, Bernardo chiarisce di avere piena consapevolezza del ruolo e dell’importanza dei partiti, della loro centralità nella costruzione di un nuovo futuro per Milano. In due interviste, rilasciate al Corriere della Sera e a La Stampa, più volte ripete che le scelte saranno compiute con le forze politiche, a partire dal programma che «scriveremo insieme

Si parte con periferie e sociale. Le prime, spiega, le «conosco benissimo perché vado in giro a visitare i pazienti e da 20 anni faccio attività di prevenzione, formazione e cura nelle scuole e nei quartieri». «Si può e si deve fare di più», sottolinea il candidato del centrodestra, esercitando prima di tutto quella pratica dell’ascolto maturata nella professione. «Una diagnosi di un bimbo che piange può esser fatta in maniera corretta solo se si sa ascoltare bene la mamma. Vale anche per la città, i cui bisogni vanno interpretati e capiti, dal centro alla periferia». Per il sociale al centro ci sono «i ragazzi abbandonati in dad, e le donne, parte fondante di Milano».

Dunque, nessun timore di una eccessiva ingerenza dei leader del centrodestra, che anzi spera di avere al suo fianco. «La mia candidatura nasce dalla società civile, non è nata in seno ai partiti ma sono state le persone a chiedermi se volessi farlo. E trovo molto bello che intorno a questa proposta civica si sia unito tutto il centrodestra», spiega, chiarendo di aver conosciuto Meloni, Salvini e Berlusconi proprio in questa occasione e di aver «avuto modo in queste ore di apprezzarne lo spessore politico e la visione del futuro». «Se fossero al mio fianco in campagna elettorale – conclude – per me sarebbe un grande regalo».

Con La Russa era presente a Milano alla presentazione di Bernardo anche Daniela Santanché, coordinatrice di FdI per la Lombardia. “Noi ci abbiamo sempre creduto e Giorgia Meloni è stato il leader del centrodestra che ha più creduto da sempre all’alleanza. Crediamo che da soli non si vince mai, vince una squadra. Però non sempre vediamo una reciprocità di atteggiamenti e questo ci dispiace”, ha commentato a margine della presentazione. E sull’assenza di Meloni ha dato la stessa risposta di la Russa: “Fatevi delle domande e datevi delle risposte”.

La partecipazione di Giorgia Meloni era stata naturalmente annunciata, ma sulla scelta dell’ultimo minuto di non farsi vedere al lancio della campagna elettorale per la sfida di Bernardo  al sindaco uscente Beppe Sala pesa l’ira della leader per l’esclusione dell’unico consigliere di opposizione, Giampaolo Rossi (Fdi) dal consiglio di amministrazione della Rai dopo l’accordo decisivo di Lega e Forza Italia. Meloni si è espressa contro gli alleati per la presenza «nel cda Rai di soli esponenti della maggioranza: è una pagina buia — aveva aggiunto chiamando in causa anche il capo dello Stato Sergio Mattarella —: «Mi spiace che non sia intervenuto su una decisione scandalosa, una violazione senza precedenti delle più banali norme del pluralismo».

Invitato dal moderatore Mario Giordano a rispondere alla frecciata della Santanché, il segretario della Lega Matteo Salvini, raggiunto il palco, si è limitato a dire: «È una giornata così bella, di unione, che non dedico tempo a una sinistra che vorrebbe il centrodestra diviso: si mettano l’animo in pace, noi vinciamo a Milano, a Roma e in tutte le città che andranno al voto». La polemica su Viale Mazzini non intaccherà l’unità del centrodestra, si è detto sicuro Salvini: «Far saltare l’alleanza per un posto nel cda della Rai? Mi rifiuto di pensarlo. Il centrodestra è unito, Pd e Cinque Stelle sono divisi. A me interessa questo».

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