Giorgia Meloni e denatalità: ‘Senza figli il nostro futuro non esiste’

Riflettori puntati sull’inarrestabile inverno demografico, al centro dell’agenda politica del governo, deciso ad affrontare con vigore il problema della denatalità.

‘Rivendico con orgoglio il cambio di passo impresso dal nostro Governo, rispetto al passato. Era ora di avere un Governo tanto coraggioso da affrontare il tema della natalità, dicendo che possiamo fare tutte le politiche, ma se non si inverte la tendenza drammatica della denatalità saranno inutili’,   ha detto la premier Meloni intervenendo a Europa Giovane, l’evento sulla natalità organizzato al Tempio di Adriano.

‘Ricostruire una società amica della famiglia, amica della natalità, una società nella quale essere padri non sia fuori moda ed essere madri non debba essere una scelta privata’.

Per il governo crisi demografica e la natalità sono sfide prioritarie, rimarca la premier intenzionata a cambiare marcia non arrendendosi, come fa il pensiero dominante, al precipizio della glaciazione demografica.  ‘Nonostante le ormai note difficoltà di bilancio che abbiamo ereditato da allegre gestioni precedenti, abbiamo fatto sforzi molto importanti anche a livello di risorse. Investimenti produttivi, perché riguardano la tenuta stessa del nostro sistema sociale e della nostra civiltà. La decrescita non è mai felice’, ha aggiunto ricordando i finanziamenti concreti messi dal governo sul capitolo denatalità e aiuti alle famiglie: ‘un totale di benefici netti per le famiglie italiane di oltre 16 miliardi nel solo 2024’.

‘Ne va del nostro futuro, che senza figli semplicemente non esiste.  Qualsiasi politico serio non può governare la sua nazione se non si pone il problema di cosa sta lasciando dopo di sé. il declino non è ‘un destino’ ma una scelta che si può ribaltare rimboccandosi le manica’.

L’obiettivo è ambizioso: ribaltare la narrazione che ha relegato in fondo alla classifica la questione della natalità: ‘In passato ci è stato propinato un malinteso concetto di libertà: non credo sia libertà dover rinunciare a un figlio per avere una carriera. Come non è libertà dover rinunciare a una carriera per avere un figlio. Libertà è poter fare senza paura entrambe le cose’.

Un lungo passaggio del suo intervento è dedicato all’utero un affitto con un affondo ai ‘cattivi maestri’ della fecondazione ‘per altri’. ‘Continuo a ritenere che sia una pratica disumana’, ha detto auspicando che la proposta parlamentare,  presentata da FdI  perché  diventi reato universale, cioè perseguibile in Italia anche se commesso all’estero, possa essere approvata quanto prima. Nessuno mi può convincere che sia un atto di libertà affittare il proprio utero. Nessuno mi può convincere che sia un atto di amore considerare i figli come un prodotto da banco in un supermercato’.

Smentita anche la narrazione distorta secondo la quale ai minori non sarebbero assicurati pieni diritti. Infine l’appello all’Europa a dare risposte concrete, perché la sfida della natalità non è solo italiana, è un problema europeo e occidentale.

Collegato al tema della denatalità c’è quello della presenza degli immigrati nel mondo del lavoro: ‘In Italia il problema della denatalità è stato a lungo sottovalutato e trascurato, e molti ritenevano che la soluzione, per colmare gli squilibri nel mercato del lavoro e nelle pensioni, fosse l’immigrazione. La verità è che il nostro governo ha aperto all’immissione di immigrati nel mercato del lavoro come mai nessuno prima, ma lo ha fatto evitando illegalità e sfruttamento. Meno siamo e peggio stiamo, ma la notizia è che sta peggio anche l’ambiente che ci circonda. Perdere popolazione significa abbandonare all’incuria porzioni di territorio oggi alimentate dalle attività e dalla presenza umana. Significa condannare i borghi alla decadenza urbanistica e le costruzioni alla rovina. Significa la perdita delle tradizioni popolari, e significa anche un problema enorme di conservazione dei beni culturali, che in un tessuto come quello italiano sono perfettamente integrati nella natura che li accoglie come tracce dello stratificarsi del tempo e delle generazioni. Anche questo è ecologia, cioè conservazione di un ambiente prezioso. Dobbiamo valorizzare il ruolo che le comunità, gli insediamenti territoriali, gli enti locali possono svolgere nella preservazione dell’ambiente, alimentando ecosistemi virtuosi che facciano della presenza umana un presidio e della transizione ecologica un’occasione di sviluppo’. 

La ministra per la natalità, la famiglia e le pari opportunità Eugenia Roccella ha acceso i riflettori sulle conseguenze meno attenzionate del crollo demografico, a cominciare dalla solitudine e dall’alterazione della struttura della popolazione e a una ‘rarefazione della rete parentale’. ‘Meno siamo e peggio stiamo, ma la notizia è che sta peggio anche l’ambiente che ci circonda’, ha detto Roccella: ‘Un grande incentivo per l’investimento nelle politiche per la natalità potrebbe arrivare dall’Unione Europea. L’Italia intende portare nella nuova Commissione e nel nuovo Parlamento il tema della demografia come una priorità del prossimo quinquennio’.

La ministra ha indicato la via italiana alla natalità per invertire una ‘disattenzione’ al tema che viene da lontano e che non consentirà inversioni in tempi brevi. “Occorre un investimento pubblico e privato, una mobilitazione collettiva che passi dall’impresa ai servizi, dall’amministrazione alla finanza, dal più piccolo ente locale alla Commissione europea, e coinvolga anche la comunicazione’.

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