Giorgia Meloni e ‘il pizzo di Stato’

Giorgia Meloni a Catania  ha definito le tasse ai piccoli commercianti come un “pizzo di Stato”, espressione che ha alimentato focose proteste dei governo-contestatori che hanno visto l’ingresso di un neoliberismo sfrenato e statale aperto alle imprese private, o privatizzate, incamminate verso una totale deregolamentazione dei mercati finanziari e una indiscriminata riduzione delle tasse. Ovviamente usano come termine di paragone la sanità e la scuola perchè a loro avviso solo i ricchi possano istruirsi o curarsi adeguatamente.  La premier sostiene  che la lotta all’evasione fiscale dovrebbe concentrarsi sulle grandi imprese, le frodi sull’Iva e le banche, anziché chiedere ai piccoli commercianti di pagare le tasse.

La deputata democratica  Guerra, in assetto di ‘guerra’ afferma  che definire le tasse “pizzo di Stato” è grave e legittima l’evasione fiscale, associando anche l’attività dello Stato a quella mafiosa.

All’uopo le parole della premier riflettono una strategia precisa, che parlano  di condoni fiscali inclusi nella legge di Bilancio, il tentativo naufragato  di eliminare le multe per i pagamenti in contanti senza l’uso del POS, unita al depenalizzare l’”evasione di necessità” proposta dal viceministro dell’Economia con delega al fisco, Maurizio Leo.

Meloni è consapevole che in Italia l’economia sommersa è un fenomeno diffuso, soprattutto tra i lavoratori autonomi e le partite IVA. Secondo l’ultima relazione sulla economia non osservata ed evasione fiscale del 2022, allegata alla Nadef e firmata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, quasi il 70% dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef) dovrebbe essere versato ma viene evaso con  mancata dichiarazione dei redditi incassati, ovvero l’evasione fiscale.

Non a caso, il governo di centrodestra si dichiara favorevole all’utilizzo delle nuove tecnologie e all’incrocio dei dati per contrastare l’evasione fiscale, seguendo le raccomandazioni degli esperti presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo rappresenta un netto cambiamento di posizione rispetto alle critiche pre-elettorali sul presunto “Grande Fratello fiscale”.

E’ chiaro che, per converso, Giorgia Meloni, nega l’evidenza dei condoni fiscali.

‘Sono parole indegne di una presidente del Consiglio’,  scrive su twitter il responsabile economia di Sinistra Italiana Giovanni Paglia.

“Parole che dovrebbero far ribollire il sangue – prosegue l’esponente dell’Alleanza Verdi Sinistra – a tutti quelli che le tasse le pagano, e ogni anno vengono derubati di 100 miliardi da furbi e disonesti”.

‘Sul “pizzo di Stato”, “Meloni è stata male interpretata. L’atteggiamento del governo non è vessatorio, dobbiamo dire che il rapporto tra governo e impresa vuole cambiare, riconosciamo politicamente il ruolo centrale dell’impresa come generatore di posti di lavoro”,  ha detto il ministro Luca Ciriani a SkyTg24.

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