“Quella sul premierato, quella della giustizia, l’autonomia differenziata, la riforma del fisco che era attesa da cinquant’anni sono “tutte riforme contro le quali le forze che vogliono conservare lo status quo, ovvero i loro privilegi, stanno mettendo in campo una opposizione feroce”. Lo afferma il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, facendo un bilancio dei primi due anni del suo governo: “Penso che gli italiani capiscano il perché. Quando abbiamo vinto le europee ho detto che per me quella vittoria era più importante e più bella di quella che mi ha portato a Palazzo Chigi. Lo confermo. Ottenere quel consenso, dopo quasi due anni di governo in una situazione impossibile, dovendo fare scelte difficili, significa che gli italiani capiscono la situazione molto più di quanto certa politica creda. Sanno che a volte devi fare delle scelte non semplici, ma sanno riconoscere se lo fai per te stesso o per il bene della Nazione. Quindi, per parlare degli obiettivi autunnali, bisogna andare avanti. Ci sono altre riforme che mancano, a partire da quella della burocrazia, che è fondamentale per mettere le imprese in condizione di lavorare e produrre al meglio e dare ai cittadini servizi più efficienti”.
La riforma della burocrazia è un tema cruciale per l’Italia, soprattutto alla luce dei fondi provenienti dall’Europa e delle sfide economiche. Ecco alcuni punti chiave:
Snellimento della Burocrazia: L’obiettivo principale è semplificare le procedure amministrative, ridurre gli adempimenti burocratici e migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione.
Priorità del Governo: Il governo italiano ha dichiarato che la riforma della burocrazia è una delle priorità per il 2024. L’obiettivo è rendere la burocrazia un alleato per cittadini e imprese, anziché un ostacolo.
Costi della Burocrazia: La lentezza e gli orpelli burocratici generano costi elevati per imprese e famiglie, con impatti negativi sulla competitività. La riforma mira a ridurre questi oneri.
Posizione Internazionale: Purtroppo, l’Italia è terzultima nella classifica OCSE per la qualità della burocrazia. Dobbiamo fare di più per migliorare e allinearci agli standard europei.
In sintesi, la riforma della burocrazia è fondamentale per favorire lo sviluppo del Paese, semplificando le procedure e migliorando l’efficienza della pubblica amministrazione.
“La narrazione comune racconta oggi di un sistema fatto di scartoffie e di adempimenti, che di fatto ostacolano il rapporto tra pubblica amministrazione e utenti. La riforma della burocrazia rappresenta senza dubbio una delle priorità per il 2024 del governo: vogliamo fare in modo che divenga una ‘alleata’ di imprese e cittadini”. Così il ministro per la Pubblica amministrazione, senatore Paolo Zangrillo, intervenuto a Roma alla presentazione del V Rapporto Osservatorio Burocrazia Cna.
“Una burocrazia che si traduce in un eccesso di norme e adempimenti rappresenta non solo un problema da affrontare, ma un vero e proprio costo che mina la capacità imprenditoriale, rischiando di compromettere l’esercizio di attività che contribuiscono allo sviluppo dei nostri territori”, osserva il Ministro Zangrillo, secondo cui “per rilanciare il nostro Paese è necessario, più che mai, intraprendere un percorso di semplificazione che non è più rinviabile. Una sfida prioritaria alla quale lavoriamo sin dal nostro insediamento, anche in relazione agli obiettivi del Pnrr, che ci impone di reingegnerizzare e digitalizzare 600 procedure entro giugno 2026”.
“Abbiamo già semplificato oltre cento procedure in settori strategici e prioritari, come telecomunicazioni, ambiente, infrastrutture”, sottolinea Zangrillo, che ricorda anche “il disegno di legge delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi in diversi settori, quali turismo, disabilità, farmaceutica”. Inoltre, “nel decreto PNRR stiamo mettendo a punto un ulteriore pacchetto di semplificazioni e stiamo predisponendo un disegno di legge che conterrà ulteriori misure”.
Importante anche l’intervento sui controlli alle imprese, “non per diminuirli, ma per renderli più razionali ed efficaci – conclude – secondo un approccio collaborativo tra la Pubblica amministrazione e il tessuto industriale, e garantire una maggiore stabilità e certezza”.
“Meloni sta facendo un ottimo lavoro. Finalmente si torna a una politica estera di alto profilo come quella vissuta con Berlusconi”. A dirlo in una intervista a Il Tempo il governatore del Veneto Luca Zaia, ricordando che “stiamo cambiando questo Paese con le riforme che, da anni, erano state promesse e usate come specchietto per le allodole da tanti governi, senza arrivare a nulla di concreto. Ora lavoriamo sull’autonomia, sul premierato. Con questo Governo guardiamo al futuro del Paese. E, mi creda, grazie alla Meloni, anche all’estero sono tornati ad accorgersi di noi”. Zaia osserva che “oltre alla diplomazia, la premier è riuscita a creare rapporti personali, utili al Paese. Dal 2011 non si vedeva qualcosa del genere. L’immagine dell’Italia è cambiata a livello internazionale. Contiamo di più e a dirlo i fatti, non le parole”. Il presidente della Regione Veneto replica anche a chi definisce l’autonomia differenziata una norma Spacca-Italia: “Se è una scatola vuota senza sostanza, come predica qualcuno a sinistra, come fa a spaccare il Paese? Altra sciocchezza, poi, la secessione dei ricchi. Siamo di fronte a un grande progetto di decentramento amministrativo che fa bene a tutti, nessuno escluso. Così siamo più efficaci nei servizi che ci chiede la gente, dalla Protezione Civile al rilasciato dei passaporti. Possiamo fare una valutazione di impatto ambientale a livello regionale, evitando mesi, se non anni, di lungaggini burocratiche. E molto altro” e “non ho mai conosciuto un presidente di Regione che non voglia maggiori competenze. Ogni governatore, d’altronde, ha ricorso almeno una volta alla Corte Costituzionale per salvaguardare prerogative fondamentali”.