Giorgia Meloni e la Zes unica per il Mezzogiorno: ‘Il Sud cresce di mezzo punto, non succedeva dal 2015’

La Zona economica speciale Zes unica nelle otto regioni del Mezzogiorno è un’area nella quale l’esercizio di attività economiche può beneficiare di speciali condizioni in relazione agli investimenti e alle attività di sviluppo d’impresa” con semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali.

Lo sottolinea una nota diffusa in occasione della presentazione del Piano strategico Zes unica dal ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, a palazzo Chigi.

I progetti che rientrano nei settori strategici accedono alla cosiddetta “autorizzazione unica”: è sufficiente presentare una sola istanza, con procedimento amministrativo semplificato e tempi molto più rapidi di quelli ordinari.

“In questi casi, la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi può costituire variante allo strumento urbanistico e comportare la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dell’intervento”.

Strumenti fiscali agevolati sono destinati agli operatori che investono nell’area Zes unica, tra i quali il credito di imposta per gli investimenti in area Zes.

Giorgia Meloni ha presentato la Zes  unica per il Mezzogiorno, un provvedimento straordinario che porterà a ulteriori investimenti nel meridione con la possibilità di decontribuzione. Il presidente del Consiglio ha elencato le opportunità della misura che riguarderà il prossimo triennio e che annuncia un’ulteriore crescita economica per tutto il meridione.

La Zes unica comprende le otto regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna e supera il previgente modello decentrato delle otto ZES, limitato alle aree retro-portuali. L’istituzione della ZES unica, frutto di un duro negoziato con la Commissione europea, costituisce quindi un cambio di passo fondamentale per lo sviluppo del Mezzogiorno. Le imprese che operano nell’area  godono di semplificazioni amministrative e vantaggi fiscali: i progetti che rientrano nei settori strategici accedono ad un regime semplificato (c.d. “autorizzazione unica”): è sufficiente presentare una sola istanza, con procedimento amministrativo semplificato e tempi molto più rapidi di quelli ordinari; in più, gli strumenti fiscali agevolati destinati agli operatori che investono nell’area ZES unica, tra i quali il credito di imposta per gli investimenti effettuati. La misura riguarderà fra le tante cose il turismo, la cantieristica, il made in Italy, le nuove tecnologie, con la possibilità concreta che tutto il Sud diventi un hub strategico per l’intera Europa.

Nel suo intervento, Meloni ha ribadito che, “adottiamo un provvedimento fondamentale per l’Italia e che contribuirà a disegnare la politica di sviluppo del Sud per i prossimi tre anni, ovvero il Piano strategico per la Zona economica speciale unica del Mezzogiorno”. “La Zes unica sostituisce le precedenti otto limitate alle aree retro-portuali- ha detto il premier- che non hanno funzionato come avrebbero dovuto e, grazie ad un serio confronto con la Commissione europea, estende i benefici della zona economica speciale all’intero territorio di tutte le Regioni del nostro Mezzogiorno. Tutti i territori del Sud potranno in questo modo godere delle stesse opportunità di crescita e sviluppo: semplificazioni amministrative, benefici fiscali e un quadro coordinato di interventi e investimenti”.

Nella conferenza stampa, Giorgia Meloni ha insistito sul modello di sviluppo connesso alle Zes: “È un modello molto diverso dalle logiche assistenzialistiche che abbiamo visto in passato, e che hanno impedito al Sud di dimostrare appieno il suo valore. Perché il Mezzogiorno ha straordinarie ricchezze e potenzialità, che finora non sono state espresse appieno. Penso alla sua eccezionale posizione geografica, che lo rende una piattaforma naturale al centro del Mediterraneo, ma anche a ciò che rende il Sud famoso nel mondo, in termini di storia, cultura, bellezza, talenti e produzioni di eccellenza”.

Il presidente del Consiglio ha poi rimarcato il rapporto tra il Mezzogiorno e il Corno d’Africa: “Noi abbiamo guardato al Mediterraneo, al nuovo quadro geopolitico, alle grandi trasformazioni in corso nei mercati energetici e da qui abbiamo disegnato la strategia di sviluppo della Zes unica. È un quadro nel quale il Mezzogiorno ha tutte le carte in regole per contribuire all’autonomia strategica dell’Italia dell’Europa. E in questo senso la ZES unica è un mattone in più che noi mettiamo per costruire quel nuovo modello di cooperazione, sviluppo e partenariato con l’Africa che è alla base del Piano Mattei, che il Parlamento sta discutendo in queste ore, e che identifica l’Italia come ponte tra il continente africano e l’Europa”.

Nel corso del suo intervento il premier ha sottolineato i dati più che incoraggianti che riguardano l’economia del Meridione. “Lo Svimez ci dice che nel 2023 il Sud è cresciuto in termini di Pil di circa mezzo punto in più rispetto alla media nazionale, cosa che non accadeva dal 2015. I nuovi occupati sono cresciuti del 2,6%, a fronte di un tasso medio pari all’1,8%, e gli investimenti in opere pubbliche ed in infrastrutture strategiche sono passati da 8,7 miliardi nel 2022 a 13 miliardi nel 2023, con un incremento superiore al 50%”.

Il premier ha poi concluso sottolineando che, “Lo sviluppo della Zes unica è una sfida per tutti, funziona e funzionerà se tutti gli attori coinvolti – Governo, Regioni, Enti locali, cittadini e imprese – capiranno la portata di questa grande sfida. E desidero ringraziare tutti per quello che è stato fatto per arrivare alla scrittura e alla definizione del Piano. Siamo solo all’inizio del lavoro, e ora dobbiamo assicurare il massimo impegno per dare attuazione concreta alla misura e alla sua visione strategica”.

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