«Parliamo solo in questa ultima fase di almeno 15 miliardi di euro». È una cifra «pari per intenderci alla metà di una legge finanziaria!». Insomma, pretendiamo una «operazione verità» perché gli italiani sappiano di cosa si tratti e cosa ci sia dietro Forse il più grande scandalo finanziario della storia d’Italia».
«Ora il contesto è diverso e può nascere una forte banca di sistema con proiezione internazionale», continua Giorgia Meloni. «Ma credo che il governo debba chiarire al Parlamento» parecchi punti. E cioè «se davvero lo Stato manterrà una quota in Unicredit, per il conferimento delle azioni di Mps. Penso intorno all’8%, consolidando così l’italianità della banca».
E ancora, «se davvero il marchio storico verrà mantenuto, magari valorizzato. E se ciò accadrà nel perimetro di Unicredit o se invece, come a noi appare opportuno, tornando alla naturale vocazione di una banca territoriale che abbia ancora a Siena la sua direzione centrale. Infine che fine faranno gli “sportelli” meridionali che non saranno assorbiti da Unicredit. Non abbiamo pregiudizi, ma solo determinazione nel difendere gli italiani e l’interesse nazionale».