L'on. Giorgia Meloni in Aula della Camera durante la votazione finale sul decreto legge sul cuneo fiscale, Roma 31 marzo 2020. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Giorgia Meloni e regolamentazione bancaria europea sul default

‘Mi appello a Mario Draghi, da ex presidente della Bce, che conosce l’impatto che avrebbe questa materia, mi appello anche a Paolo Gentiloni e al presidente Visco di Bankitalia’,  dice Giorgia Meloni, nel corso di una conferenza stampa, in cui lancia l’allarme sulla nuova regolamentazione bancaria europea sul default dei creditori. È – ha avvertito – una situazione esplosiva, su cui Fratelli d’Italia lavora da mesi su cui c’è il silenzio. C’è il rischio di una ecatombe. È una norma che impatta sulle banche, sulle imprese, sui cittadini.

Oltre alla leader Giorgia Meloni sono presenti il capodelegazione al Parlamento europeo, Carlo Fidanza. I capigruppo di Camera e  Senato, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani. Il dirigente nazionale di Fratelli d’Italia, Roberta Angelilli e il presidente dell’associazione vittime del ‘salvabanche’,  Letizia Giorgianni.

‘Dal primo gennaio è entrata in vigore una nuova normativa europea in tema di regolamentazione bancaria sul default’, ha spiegato Giorgia Meloni. Una normativa che rischia di impattare in maniera pesante sulla tenuta del nostro sistema economico-sociale. Questa nuova regolamentazione dell’Autorità bancaria europea, che è stata a sua recepita dalla Banca d’Italia prevede a sua volta norme più stringenti  per il titolare di un conto corrente bancario che dovesse andare in rosso.  La nuova regolamentazione prevede che le banche sono autorizzate a bloccare il conto in banca quando dovesse andare in rosso se ci sono  tre requisiti. Una esposizione che dura da più di novanta giorni. Una esposizione che è complessivamente superiore all’1% dell’esposizione totale. E, infine, una esposizione che superi la cifra di cento euro per i privati e 500 per le le piccole e medie imprese.

In Parlamento, qui in Italia, abbiamo chiesto al governo di porre la questione in Europa, ma il nostro ordine del giorno è stato bocciato, lamenta la leader di Fratelli d’Italia.

Dal primo giorno del 2021 entra il vigore il Regolamento UE n. 171/2018 sulle tecniche di regolamentazione che riguardano la soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato per banche e gruppi bancari, SIM e gruppi di SIM.

Cambiano i parametri per considerare il debitore inadempiente nei confronti delle banche. D’ora in poi per essere considerati cattivi pagatori basterà davvero poco: se si superano i 500 euro in relazione a uno o più finanziamenti che rappresentano l’1% del totale dell’esposizione nei confronti della banca si parla già di ‘arretrato rilevante’, mentre per le persone fisiche e le piccole imprese bastano 100 euro.

Occorrerà prestare molta attenzione alle scadenze perché basterà essere in arretrato di importi modesti per dare il diritto alla banca di agire per il recupero. Una vera e propria ‘tagliola’ per le imprese, soprattutto in questo periodo, in cui il rischio di essere considerate inadempienti per importi modesti è assai elevato.

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