Giorgia Meloni ‘illiberale’ e Matteo Salvini ‘quinta colonna’ agli ordini di Goffredo Bettini

Goffredo Bettini ha rilasciato un’intervista al Foglio, che l’ha richiamata in prima con la testatina “Parla Bettini”.

“Parla Bettini”, ci dice che nel Pd c’è chi è impegnato nel tentativo di creare una sorta di nuovo arco costituzionale, cercando di mettere all’angolo FdI  lusingando la Lega.

Bettini è in asse politico con Franceschini per ‘consigliare’ alla Lega di accettare il proporzionale. «Lo rivendico. Non mi permetto di dare lezioni, ma mi sembra che Salvini abbia due strade. Una tattica: presentarsi con l’attuale schema. Un’altra è strategica: arginare la forza della Meloni e autonomizzarsi», spiega Bettini.

Meloni, sostiene Bettini, è illiberale. E lui, che in un altro passaggio dell’intervista ha detto che il suo anelito è «conservare la libertà», chiaramente con «la forza» che «può prendere vie illiberali» ha qualche problema. E se c’è un partito che oggi è davvero forte, quello, è FdI. Bettini lo ammette qualche risposta più avanti, quando il cronista gli chiede se «la forza della Meloni è autentica». «Mai un partito di destra si era avvicinato al 20%. È un campanello d’allarme», risponde, bollando come «stantia» la polemica sull’allarme fascismo. «Ma FdI è una forza che si rifà a concetti illiberali. Sia chiaro c’è una sapienza da parte della Meloni nell’agitarli», dice Bettini, che si dimostra più acuto degli altri, prendendo atto del fatto che decenni di allarme fascismo non hanno raggiunto l’obiettivo di marginalizzare la destra. E non lo raggiungeranno neanche ora.

Insomma, nei desiderata di Bettini, Franceschini & co, Salvini dovrebbe assumersi il ruolo di quinta colonna e proseguire anche dopo Draghi l’esperienza disastrosa del governo delle larghe intese, nonostante la possibilità di governare con il centrodestra. Il tutto per consentire al Pd di rimanere ancora al governo a dispetto dei risultati elettorali. Uno scenario che, però, si renderebbe possibile a un’unica condizione: mettere all’angolo FdI e il suo 20% di consenso. A ogni costo.

Lo ‘stratega’ del Pd, leggi Goffredo Bettini,  definisce Giorgia Meloni ‘illiberale’ appellandosi a Matteo Salvini per ricondurla in un ‘arco costituzionale’. Ovviamente in un ‘arco costituzionale’ contro Fratelli d’Italia. A Bettini rispondono La Russa e Santanchè.

“Prima con Berlusconi, poi con Salvini e ora con Giorgia Meloni. A sinistra la storia si ripete sempre: chi nel centrodestra ha più voti è un pericolo per la democrazia. E apre addirittura a un governo Pd-Lega. Perché non contano le idee e i programmi ma solo la poltrona“. Smaschera il giochetto la senatrice di Fdi, Daniela Santanchè.

Ignazio La Russa, tra i fondatori di FdI, risponde in modo ironico:  ”Bettini dice che Fdi è una forza che si rifà a concetti illiberali? Beh, se lo dice un grande liberale post comunista come lui… Bettini più insulta la Meloni e più i suoi insulti sono delle medaglia al valore…”. Una considerazione grave: quel venti e passa per cento di elettori che metterebbero il futuro dell’Italia nelle mani di Giorgia Meloni sarebbero tutti degli illiberali antidemocratici. Un’offesa gravissima.

”Gli insulti di Bettini – ripete La Russa  sono una medaglia al valore: soprattutto se si tiene conto che tanto i suoi insulti come i suoi elogi, oggi riservati a Salvini, dipendono dal momento e dalla convenienza, non certo da un’analisi sincera”.

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