Giorgia Meloni presenta il piano vaccinale da inoltrare al ministro e al commissario

Giorgia Meloni torna a  puntare i riflettori sulla drammatica campagna vaccinale italiana. E sulle responsabilità dell’Unione europea sui ritardi degli approvvigionamenti. “Bisogna fare i conti con il fatto che siamo di fronte a un clamoroso fallimento di Bruxelles. “Rappresenta il più grande fallimento dell’Europa dalla fine della Carta di Roma nel 1957. L’Ue è partita tardi e si è mossa malissimo. Ora Draghi cambi rotta”.

Così la leader di Fratelli d’Italia nel corso di un affollato incontro  con la stampa. Nei locali della Fondazione Alleanza nazionale. Insieme alla Meloni erano presenti  Marcello Gemmato, del Dipartimento Sanità di Fratelli d’Italia. La parlamentare Maria Teresa Bellucci. Che ha dato un contributo importante alla stesura del piano vaccinale ‘alternativo’. E i capigruppo di Camera e Senato, Lollobrigida e Cipriani.

La leader di FdI chiede un’accelerazione sui vaccini. L’approccio della chiusura a oltranza è sbagliato. “Le persone si devono muovere. Penso soprattutto ai giovani e a chi lavora. Deve ripartire il turismo “, dice la Meloni. “Non possiamo aspettare il passaporto vaccinale. La nostra proposta è semplice e veloce: tamponi vaccinali rilevabili con il qr code”.

Pressing e proposte concrete. Che Fratelli d’Italia ha elaborato con il contributo dei tecnici. “Speranza – conclude la Meloni deve dirci in pochi giorni quali sono gli altri vaccini sicuri. E trattare con le aziende farmaceutiche produttrici per acquistare dosi”.

Gemmato ha illustrato le proposte concrete di FdI. Contenute in un lungo documento di 50 pagine. Che verrà inviato al neo commissario Figliuolo e al ministro della Salute. Il piano vaccinale stilato da FdI è il frutto di riunioni con i maggiori players del settore. E con gli operatori dell’industria farmaceutica. Compreso il numero uno di Astrazeneca. Il parlamentare ricorda anche il confronto su piattaforma con Israele. Che ha raggiunto la copertura del 50 per cento della popolazione. “L’errore fatto nella contrattazione dell’acquisto dei vaccini  ci ha portato a non averne. L’unica strada serie è  quella di assumersi responsabilità.  Non solo quella di limitare la libertà degli italiani. Naturalmente basandosi su evidenze scientifiche”. L’errore del governo Conte è stato quello di non programmare. E anticipare le mosse dell’emergenza. “Abbiamo rincorso il virus anziché anticiparlo”

Se una nazione sovrana come la Russia inocula il suo vaccino alla popolazione lo fa in base a certezze e test sicuri. La proposta, che la legge consente, è quella di superare il normale protocollo. Dell’Ema o dell’Aifa. E di mettere in commercio vaccini già validati dalla Comunità scientifica internazionale (vedi Sputnik russo). “Questo significa avere in poche ore avere milioni di vaccini. Per raggiungere l’obiettivo dell’immunità di gregge”. Il deputato di FdI ha ricordato che la Russia dispone di 50 milioni di dosi per gli europei. “Se non interveniamo ora,  rischiamo di trovarci in autunno con una quarta ondata. Che metterebbe a rischio salute ed economia”.

Tra le proposte quella di un unico sistema informatico dove vengano registrate le vaccinazioni. Fondamentale è la digitalizzazione dei processi. Riassumibili nella formula “no carta, no penna”. Ogni operazione deve essere digitalizzato. E tracciata online. In tema di digitalizzazione Fratelli d’Italia  ha anche sottolineato il fallimento della app Immuni. Serve incrementare la vaccinazione in tutte le sedi possibili. Tranne che negli ospedali, “dove vanno curate le altre patologie. E somministrando i vaccini alle persone sane si rischia il contagio. Lo Stato italiano – ha detto ancora Gemmato – deve darsi l’obiettivo del 60 per cento di copertura entro l’estate. Per poter liberare la popolazione”. In deroga si potrebbe pensare a implementazione

FdI ha puntato i riflettori anche sull’impreparazione culturale del sistema sanitario. A fronte dell’eccellenza delle case farmaceutiche, prime in Europa. “Serve implementare l’industria  farmaceutica. Perché si possa chiudere il ciclo, serve una filiera vaccinale che non c’è. Draghi ha bloccato le dose 250mila dosi per l’estero. Se avessimo avuto un’industria vaccinale alle spalle, l’operazione avrebbe avuto effetti molto più importanti”. Il partito di Giorgia Meloni ha fatto la sua parte. Ora il progetto  è sul tavolo del commissario all’emergenza, che ha sostituito Arcuri. E del ministro Speranza.

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