Un referendum sul premierato? Non mi fa paura e non lo considererò mai come un referendum su di me”.
A proposito del referendum, “mi hanno chiesto se ‘non pensa che possa essere pericoloso’, che ‘può portarle dei problemi se poi la riforma non passa’? Ma chi se ne importa! – ha detto Meloni –. Se la riforma non passa vorrà dire che gli italiani non l`avranno condivisa ma da da questo a dire che se perdo il referendum mi dimetto forse non ci stiamo capendo: io arrivo alla fine dei miei cinque anni. Comunque, l’unico potere che modifichiamo è che i cittadini scelgono il presidente del Consiglio, perchè il presidente del Consiglio invece di essere scelto dai partiti nel Palazzo viene scelto direttamente dai cittadini. Questo è l’unico potere che si rafforza. Ed è questo che spaventa la sinistra, ma non lo possono dire. Il problema è che se decidono i cittadini loro probabilmente non possono più governare quando perdono le elezioni”.
Meloni dribbla sulla questione Toti: “Deve dimettersi da governatore della Liguria?” è la domanda. “Solo lui è nelle condizioni di dare una risposta compiuta – ribatte la premier – perché solo lui conosce la verità. Io finché non ho tutti gli elementi non posso dare una risposta seria a questa domanda”.
Si parla di politica economica e di bilancio. “Sulla carta il disastro è sui 220 milioni di euro di buco per aver ristrutturato il 4% delle case”, ha commentato Meloni riflettendo sulle richieste del Patto di Stabilità Ue, che è – dice – “sostenibile”. Il governo “farà del suo meglio” sui conti pubblici, “concentrando le risorse sulle cose importanti”.
“Non ho letto nelle parole del presidente della Repubblica un attacco al governo, non si fa un favore alle istituzioni se ogni cosa che dice viene strumentalizzata come fosse il capo dell’opposizione”. Lo ha detto Giorgia Meloni intervistata da Paolo Del Debbio a Diritto e Rovescio, Su Rete 4, nella serata di giovedì 4 luglio. Ecco le parole della presidente del Consiglio, che è intervenuta sul premierato, sull’occupazione delle abitazioni, ma anche sull’Unione Europea.
“Io francamente non ho letto, a differenza di altri, nelle parole del presidente della Repubblica un attacco al governo”, ha dichiarato Meloni, “e penso che non si faccia un favore alle istituzioni di questa Nazione ed al presidente della Repubblica se ogni cosa che dice viene strumentalizzata come se fosse il capo dell’opposizione”.
La presidente del Consiglio ha definito “molto alto” il discorso di Mattarella: “Io lo condivido perché è vero che nelle democrazie non esiste un assolutismo nei poteri, non esiste neanche un assolutismo nella maggioranza” come non può esistere “un assolutismo della minoranza, che è quello che abbiamo purtroppo visto quando al governo c’era la sinistra”.
Parole apprezzate al Colle: “E’ corretta la valutazione del Presidente del Consiglio delle parole del Presidente della Repubblica”, sottolineano fonti del Quirinale.
La presidente del Consiglio sulle occupazioni abusive: “Sgomberati 150 stabili”
In questi venti mesi, dice Meloni, “noi abbiamo sgomberato circa 150 interi stabili occupati abusivamente, e oltre 1100 case popolari occupate abusivamente”. Poi la frecciata a Ilaria Salis: “C’è chi combatte il racket delle occupazioni abusive” e chi, invece, “pagato con i soldi degli italiani istiga il racket delle occupazioni abusive. Punti di vista”.
Il governo, spiega, ha inserito in un disegno di legge un nuovo delitto “che è per l’appunto ‘occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui’ con pena detentiva prevista da due a sette anni di carcere”. Tra le novità previste “la più importante delle quali è la possibilità per la polizia, per le forze dell’ordine di procedere allo sgombero di un immobile occupato anche senza aspettare l’autorizzazione del giudice che dovrà eventualmente convalidarla successivamente”.
I nuovi assetti europei sembrano non rispecchiare l’esito del voto in Europa “perché ci sono delle debolezze che si sommano e perché c’é una tendenza del sistema a conservarsi”. Secondo Meloni “si sta cercando di nascondere la polvere sotto al tappeto, pensando che si possa fare finta di niente e che si possa non tener conto delle indicazioni che arrivano dai cittadini”. Un sistema che “non funzionerà”.
La presidente del Consiglio ha poi affermato di rifiutare “l’idea che quello che spetta all’Italia venga riconosciuto solo se il Governo si adegua. Se esiste ancora un’Unione Europea, all’Italia va riconosciuto quello che le va riconosciuto, banalmente perché è la terza economia europea, è un paese fondatore, è la seconda manifattura d’Europa e pure perché tra le grandi nazioni europee è quella con il Governo più stabile”.