Giorgia Meloni ospite di Tagadà su La7 commenta le parole di Matteo Salvini sull’aborto. A Tiziana Panella che le chiedeva di interpretare le parole del leader della Lega, Meloni risponde: “Chi deve chiarire è Salvini, non io”. Poi sottolinea che l’argomento dell’aborto in Italia non si può discutere in modo approfondito. “Io penso che non può essere un problema dire che quando una donna abortisce è una sconfitta per la società. Tutto quello che noi possiamo fare per impedire a una donna di arrivare a quella soluzione andrebbe fatto”.
Secondo Giorgia Meloni, dunque, c’è un problema di prevenzione che non viene affrontato. La legge 194 – ricorda – aveva tutta una parte sulla prevenzione che non ha mai avuto applicazione perché in Italia questo tema non si può aprire. Io non penso che l’aborto sia una vittoria, penso che sia una sconfitta. La vera libertà si avrebbe se le donne avessero un’alternativa alla soluzione dell’aborto. Dopo di che c’è il tema dell’incidenza degli aborti tra le immigrate, dati che esistono, ed è un problema che non si vuole vedere. Infine Meloni si è chiesta quanta parte di queste donne, magari nigeriane, che si ritrovano a fare numerosi aborti sono in realtà schiave della tratta, donne ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi perché hanno dei riti wodoo sui loro figli? Io ne parlo perché da queste donne ci sono andata e le ho ascoltate.
Giorgia Meloni non fa molto affidamento sul tira e molla di Matteo Renzi. Le continue minacce al governo e a Giuseppe Conte da parte dell’ex rottamatore «non sono un pericolo». In una lunga intervista al Tempo, la leader di Fratelli d’Italia commenta il braccio di ferro tra i due delle ultime settimana: ‘Le schermaglie di questi giorni sono ridicole. Renzi continua ad abbaiare alla luna ma l’impressione è che non avrà il coraggio di staccare la spina’. Per la Meloni il ‘rottamatore’ sta soltanto cercando di strappare qualcosa. Magari sulle nomine che deve fare il governo.
Quanto al dopo-Raggi la Meloni chiarisce che non farà il candidato sindaco: ‘FdI ha più di un nome di persone che potrebbero essere ottimi sindaci della Capitale. E abbiamo un radicamento storico in città che ci consente di sostenerli con forza. A tempo debito ne parleremo con gli alleati. Quanto a me, tutti conoscono il mio amore per Roma, ma candidarmi sindaco è una cosa che ho già fatto. E con il senno di poi penso che molti romani abbiano maturato il rimpianto di non aver avuto il centrodestra compatto nel 2016’.