Giorgia Meloni tra Fratelli d’Italia, ministro Sangiuliano, manovra e vicende economiche valutate da Bce e scrutinio dei Mercati

“Nella stagione che si è appena aperta Fratelli d’Italia dovrà continuare a svolgere il suo ruolo decisivo, di asse portante della maggioranza di governo”, afferma  la premier Meloni davanti all’Esecutivo di FdI riunito alla Camera, dove  richiama tutti i suoi all’impegno assoluto. “Credo che il miglior modo per fare questo lavoro sia in due modi. La prima: comunicare sempre di più e sempre meglio ai cittadini cosa facciamo. Perché noi facciamo più di quello che comunichiamo; la seconda- aggiunge Meloni-  essere sempre di più da pungolo nei confronti dell’Esecutivo, attraverso il lavoro dei parlamentari e del partito, organizzato in Dipartimenti”.  La premier ha affrontato tutti i dossier cruciali. Sul prestigio europeo dell’Italia ha ribadito la posizione di credibilità che il nostro paese con il suo governo  ha conquistato “perché credibile”.

“Noi stiamo facendo la storia, e dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede né pause né soste, ma tanto meno può consentire errori e passi falsi”. Meloni ha voluto richiamare tutti alla responsabilità per le aspettative create nel Paese: “Tutti noi abbiamo un compito molto più grande delle nostre aspettative e dei nostri desideri. E dobbiamo essere capaci di tenerlo ben presente ogni giorno. Soprattutto quando possono presentarsi delle difficoltà. È il lavoro, lo spirito di sacrificio, la determinazione che ci hanno portato al governo della Nazione. E che ci consentiranno di continuare a difendere gli interessi del nostro popolo. Nient’altro. Gli italiani credono in noi più di quanto a volte sembriamo crederci noi”.

La premier  tocca poi un punto nevralgico: “Dobbiamo anche essere consapevoli che non ci viene perdonato nulla e che nulla ci verrà perdonato. Quando i nostri avversari non hanno trovato nulla per attaccare, hanno dovuto inventarsi di sana piana notizie false per farlo. E quando qualcuno ha compiuto un passo falso, hanno utilizzato ogni strumento a disposizione per colpirci. Siamo sempre stati i giudici più implacabili di noi stessi, e dobbiamo continuare ad esserlo: perché l’occasione storica che ci hanno dato i cittadini non merita di essere sprecata per un errore, una distrazione o una sbavatura. Non possiamo permetterci di prestare il fianco”.

Parla nella Sala Tatarella di Montecitorio, alla presenza di esponenti di spicco del partito, ministri e presidenti di Regione: da Raffaele Fitto a Fabio Rampelli, da Luca Ciriani a Lucio Malan, fino al governatore Marco Marsilio e Arianna Meloni. Un discorso a tutto campo, vasto, che va dai prossimi impegni elettorali in Umbria, Liguria ed Emilia Romagna (“dobbiamo essere bravi a rovesciare i pronostici”); alle importanti prospettive che si prospettano in Europa: “Tra giugno e luglio abbiamo vissuto lo spartiacque della nomina degli incarichi di vertice dell’Ue. Come sapete, ho espresso in sede di Consiglio europeo le mie perplessità rispetto alla scelta di conservare lo status quo come se i cittadini europei non avessero votato- ricorda ai presenti- . E poi, nel passaggio parlamentare, la nostra delegazione ha riaffermato la nostra coerenza votando contro la riconferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea”. E spiega il senso politico: “Più che per la von der Leyen,  per la maggioranza arcobaleno che la stava sostenendo. Votare a favore di un programma politico sbilanciato a sinistra con l’apertura ai Verdi avrebbe significato tradire il mandato ricevuto dagli italiani. Un concetto totalmente estraneo a tutti coloro che da quel giorno ci criticano per aver “isolato l’Italia in Europa””. Una narrazione totalmente smentita, ribadisce la presidente del Consiglio, “non solo continuando a collaborare proficuamente con Ursula von der Leyen sui dossier più importanti per l’Italia°; ma anche riuscendo ad ottenere per il nostro Commissario designato, Raffaele Fitto un ruolo e un portafoglio all’altezza del peso della nostra Nazione. Sarebbe la conferma che abbiamo ragione noi quando diciamo che l’Europa debba riconoscere all’Italia ciò che gli spetta per il ruolo che ha, non per come vota. E che vieni rispettato se sei credibile, non se sei accondiscendente”.

Il rispetto è stato guadagnato con il lavoro serio, costante: “In Europa abbiamo mantenuto la nostra coerenza e fatto valere le nostre idee e le nostre posizioni. Lo ha fatto Fratelli d’Italia, lo hanno fatto i Conservatori europei: la famiglia europea che meglio di chiunque altra ha saputo rappresentare una visione critica dell’Unione europea. Ma con una volontà costruttiva e non distruttiva. L’adesione alla famiglia dei Conservatori, ormai sei anni fa, è una scelta che si è rilevata lungimirante”. Meloni evidenzia uno “spostamento verso destra dell’asse politico europeo. Seppur non sufficiente per consentire di avere una maggioranza di sole forze di ‘centro-destra’ nel Parlamento europeo; ha messo i Conservatori e in particolare FdI nelle condizioni di poter svolgere il ruolo di cerniera tra i Popolari e i gruppi alla nostra destra: per riportare verso maggiore pragmatismo le politiche europee su tanti temi centrali per il nostro futuro”.

Elenca i successi: “Anche il nostro peso si è sensibilmente rafforzato, riuscendo a tenere FdI e Ecr fuori dalla triste pratica del cordone sanitario che emargina i gruppi alla nostra destra. Carlo Fidanza guida la delegazione più numerosa tra quelle italiane e tra quelle di Ecr, la terza più grande di tutto il Parlamento europeo. Nicola Procaccini è stato riconfermato co-presidente del Gruppo Ecr insieme a un collega polacco del Pis.   Antonella Sberna è stata eletta Vice Presidente del Parlamento europeo, il primo nella storia del nostro partito e abbiamo sensibilmente aumentato il numero dei nostri vicepresidenti e capigruppo di Commissione”.

Poi l’impegno sulla legge di Bilancio: “Sarà una legge di bilancio ispirata, come quelle precedenti, alla serietà e alla responsabilità. Ci muoveremo, come abbiamo già fatto, su due direttrici fondamentali: basta con gli sprechi e con le follie ereditate dai governi di sinistra e che hanno devastato i conti pubblici come il Superbonus; tutte le risorse disponibili concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro. E per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con un’attenzione particolare a quelle con figli”. E del resto la stabilità e la serietà delle scelte del governo, sostenuto da una maggioranza solida e compatta, stanno contribuendo anche al buon andamento dell’economia. L’Italia sta crescendo più di altre Nazioni europee; nonostante il rallentamento dell’economia mondiale e la situazione internazionale. I dati macroeconomici – PIL, occupazione, export, investimenti – sono estremamente positivi e sono un segnale di grande fiducia”.

D’altronde l’Italia farebbe bene a destarsi dal torpore di una politica che assomiglia sempre più a un reality e prendere atto della sua attuale situazione economica, con Giorgia Meloni che è ben consapevole che prima o poi dovrà affrontare la dura realtà dei fatti.

Al momento tutte le attenzioni sono rivolte alla legge di Bilancio 2025, con la Bce che ha voluto ricordare ai vari governi che le manovre economiche saranno oggetto dello scrutinio dei Mercati, sottolineando poi che il “consolidamento fiscale potrebbe essere inferiore a quanto previsto finora”.

Questo aspetto non sembrerebbe preoccupare troppo il governo: la prossima legge di Bilancio in sostanza è già pronta, con 25 miliardi frutto soprattutto dell’aumento del gettito tributario che saranno spesi per riconfermare per un anno tutte le misure in scadenza al 31 dicembre.

Con gli ultimi sondaggi politici che danno Fratelli d’Italia oltre il 30%, questo non sembrerebbe essere un problema per Giorgia Meloni che è pronta a cantare di nuovo vittoria anche se le riforme promesse resteranno un miraggio e questi soldi non saranno spesi per misure strutturali, ma per prorogare di un anno le timide misure in essere e poi tra dodici mesi saremo di nuovo punto a capo.

Ci sono altre questioni però che appaiono come delle problematiche di ben altro spessore: la procedura di infrazione e il Pnrr, due autentiche spade di Damocle che penzolano sopra il capo degli italiani.

Come ben noto, ma in molti sembrerebbero essersi dimenticati della cosa, l’Italia come altri Paesi comunitari tra cui anche la Francia è sotto procedura di infrazione per deficit eccessivo. Questo vorrà dire che dovremo ridurre il nostro debito a colpi di 12 miliardi alla volta per i prossimi sette anni.

Sarà l’Unione europea a tracciare per ogni Stato sotto procedura di infrazione le “traiettorie di riferimento”, in pratica commissariando il nostro Paese e  Giorgia Meloni che, a breve, dovrà decidere insieme al Mef come reperire questi 12 miliardi: tagli draconiani alla spesa pubblica saranno inevitabili, ma noi pensiamo alle vicende – per certi versi molto imbarazzanti – del ministro Gennaro Sangiuliano.

C’è poi un secondo grande problema per Giorgia Meloni: il Pnrr. Stando a una indiscrezione del quotidiano tedesco Die Welt, Raffaele Fitto dovrebbe essere nominato “vicepresidente esecutivo della Commissione e sarà responsabile dell’economia e degli aiuti alla ricostruzione del Covid”.

Una delega di peso e che avrà in pancia anche gli “aiuti alla ricostruzione del Covid”, ovvero il Pnrr. “La priorità è mettere in atto il Pnrr in modo che rappresenti una rete di protezioni contro i chiari di luna – ha scritto la Bce nel suo verbale. Nel caso dell’Italia, si tratta di una sfida che potrebbe alimentare la crescita economica nei prossimi anni. Ma anche di una questione di credibilità dell’intero programma finanziario lanciato dalla Commissione europea per il rilancio post pandemia di Covid-19”.

In poche parole l’Italia che è la maggiore beneficiare dei sussidi non può sbagliare sul Pnrr, perché un fallimento avrebbe pesanti ricadute anche sulla credibilità dell’Unione europea con i Mercati che potrebbero fare un sol boccone del nostro fragile Paese. L’attuazione dei vari progetti finanziati però rimane al momento un mistero, con il governo che anche in questo caso sarebbe il grande osservato speciale da parte di Bruxelles.

Legge di Bilancio, Pnrr e procedura di infrazione, questi dovrebbero essere i temi al centro della discussione politica, ma di 84 miliardi di tagli da effettuare nei prossimi sette anni e del rischio di non spendere al meglio i 194 miliardi del Recovery Fund nessuno sembrerebbe avere voglia di parlare.

Grande dinamismo chiede la premier in vista degli imminenti impegni elettorali: “A breve tre Regioni torneranno al voto e Fratelli d’Italia dovrà essere protagonista e ribaltare i pronostici. L’Emilia-Romagna non è esattamente una roccaforte del centrodestra, diciamo così. E abbiamo scelto di appoggiare Elena Ugolini, una donna capace, non iscritta a nessun partito. Che ha scelto di candidarsi con coraggio e determinazione. Una sfida non semplice, ma molte energie esterne al centrodestra tradizionale si sono aggregate intorno a lei. In Liguria la situazione è più complessa. Dopo l’ottimo lavoro di rilancio della Regione portato avanti dal centrodestra, stiamo individuando una candidatura capace di dare continuità alla crescita della Regione. E sono molto serena che ci arriveremo presto”.

Quanto alla riforme del governo, Meloni contraddice coloro i quali si battono per il referendum contro l’Autonomia: “Pensate al Sud: mentre la sinistra dice che siamo nemici del Mezzogiorno e che vogliamo ‘spaccare’ l’Italia con l’autonomia differenziata, gli investimenti al Sud sono aumentati del 50%. E nel 2023 il Pil del Mezzogiorno è cresciuto più della media nazionale: cosa che non accadeva dal 2015, di quasi mezzo punto percentuale”. In ultimo, il dossier immigrazione che indica, dati alla mano, che “il cambio di passo c’è, e si vede. Lo si vede dai numeri, e dalla tendenza decrescente degli sbarchi, che si sta progressivamente consolidando. Rispetto allo stesso periodo del 2023, gli sbarchi sono diminuiti del 64% e i dati sono molto positivi anche rispetto al 2022, -27%”. “I dati ci dicono che le politiche che stiamo portando avanti, le scelte che abbiamo preso sono giuste e funzionano. Diminuiscono gli sbarchi e, cosa più importante, diminuiscono anche i morti e i dispersi in mare”.

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