Giornalismo: addio al ‘barone’ Arnaldo de Longis

Se ne va Arnaldo de Longis, giornalista professionista, penna storica del quotidiano “Il Mattino” di Napoli, collega e amico che lascia ricordi nella gran parte di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di lavorare con lui.

Aveva 82 anni.

Nato il 27 agosto 1939 a San Leucio del Sannio, nel Beneventano, era laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche alla Federico II e aveva un’ampia cultura che gli consentiva di spaziare da un argomento all’altro con cognizioni specifiche e grande preparazioni .

“Tristezza per la sua scomparsa”: così scrive Luisa Russo, altra collega d’eccellenza della nota testata partenopea, in un bellissimo post su Facebook, a lui dedicato, ricordandolo con stima e affetto, “‘in servizio permanente effettivo presso Il Mattino’ come riportato spiritosamente  sulla controcopertina del libro ‘Maghi e Guaritori, i miracoli occulti’, frutto di una sua indagine tra i misteri degli operatori del paranormale in Italia – sull’onda di alcuni casi di cronaca  e  in riferimento anche agli studi di Ernesto De Martino e di Luigi Lombardi Satriani – pubblicata nel 1987 per i tipi della casa editrice Menna di Avellino”.

E lo descrive, in maniera sicuramente obiettiva, come “Un compagno di lavoro allegro, cordiale, simpatico (ma meglio evitare provocazioni…)” che “Una volta andato in pensione, ricordava con affetto i colleghi”.

E aggiunge: “Ricordo questa sua frase, che mi colpì: ‘Pensavamo di essere colleghi, invece eravamo amici…’. E ci credeva. – continua Luisa Russo, testimoniando una fede autentica nell’amicizia, tipica di Arnaldo e di gran parte di una generazione colleghi che dovrebbe insegnare tanto in quanto a correttezza, etica, rispetto, umanità, a chi pensa che la competizione accanita e, purtroppo, sempre più frequentemente pure sleale, sia indispensabile in questa professione (non avendo altre chances oltre la scorrettezza) e perfino l’appropriarsi dell’opera altrui possa essere consentito e non reputato illecito quale è.

“Anche se le circostanze della vita fanno allentare i rapporti, le occasioni di incontrarsi, infatti,  tanti anni di consuetudine lasciano il segno”.

“In redazione lo chiamavamo “il barone De Longis”, e lui amava farsi definire così ostentando manie di grandezza e ironia. Non era un carattere facile, ma chi lo aveva, compreso me, tra quelli che ho incrociato nei miei 34 anni di “Mattino”? Spesso piantava grane se si sentiva sminuito nella sua professionalità” – rammenta di lui, il collega Gigi di Fiore, altra firma nota del quotidiano, su Facebook. “Prima nella redazione Campania, poi alla Grande Napoli con Clodomiro Tarsia, il “barone” era capo servizio e coordinava una serie di pagine, trattando sempre con rispetto i corrispondenti. Irascibile con i pari grado o quelli di grado più alto a lui, disponibile e cordiale con chi era sottoposto. Una sua dote. Un altro collega che se ne è andato del “Mattino” di tanti anni fa. Un mondo che non c’è più, legato alla sede di via Chiatamone. Addio anche a te, Arnaldo”.

Carissimo Barone Arnaldo De Longis, personalmente, ti ricordo da sempre… da quando ero così piccola da non reggermi bene in piedi.

Mi spiace immensamente che tu non stia più qui con noi, ma lassù.

Sono convinta che animerai pure il paradiso e coinvolgerai angeli e anime pie.

Insieme al mio magnifico papà, Giuseppe Lucianelli, Geppino per gli amici, quante risate e quante riflessioni.. le tue battute ironiche ma stimolanti, le vostre  attente critiche, confronti ricchi, produttivi, profondi… alta qualità sempre… ed io vi ascoltavo attenta.

Si dice:  “un ultimo saluto”, ma non va bene per te, perché tu rimani qui nei nostri cuori e nelle nostre menti, non possiamo sentirti lontano, altrove…

…e mi sa che, in un modo o in un altro, da anima propositiva e piena di energia, quale sei sempre stato, farai il pendolare tra cielo e terra, anche se noi non potremo vederti..  ma tu ci sarai comunque e noi sapremo che stai sbirciando mentre i colleghi scrivono o prendono notizie, pronto a lanciare il segnale giusto per correggere una dimenticanza, arricchire una notizia, completare egregiamente un pensiero.

Quando questo accadrà, sapremo che dietro l’idea improvvisa che ci è venuta chissà come,  ci sei tu… c’è il tuo intervento “in incognita”.

Alta qualità umana e professionale, sorriso aperto, grande dignità e coerenza, il coraggio delle proprie idee e delle proprie azioni. ..

… insomma, quello che purtroppo molti non sono e chissà se riusciranno mai ad essere..

Nel tuo caso, caro Arnaldo, sicuramente si può affermare che la classe non è acqua!

L’ultimo saluto domani alle 12 nella chiesa Sant’Artema a Pozzuoli, in via Amedeo Modigliani 2 c, a Monteruscello).

Alla moglie e ai figli, le più sentite condoglianze.

Teresa Lucianelli

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