Giornata dei trattori a Roma: manifestanti in Campidoglio e al Circo Massimo

Due trattori provenienti dalla Campania ieri mattina si sono fermati sotto al Colosseo a Roma sul lato di via dei Fori imperiali per la manifestazione dal titolo ‘Te lo do io il made in Italy’ – che è anche una piattaforma online – promossa dalle organizzazioni Altragricoltura e Popolo produttivo. Dal Colosseo si sono poi spostati al Campidoglio accolti dagli applausi dei turisti.

Circa 300 persone si sono radunate in piazza del Campidoglio per dare via alla manifestazione degli agricoltori al grido: “vogliamo lavorare”. “Non vi faremo mangiare gli insetti”, dice qualcuno. “È colpa della politica italiana degli ultimi 30 anni – scandisce il leader di Popolo produttivo Angelo di Stefano – Questa è gente che lavora, che non riesce a mantenere la propria famiglia. Siamo qui per rivendicare i nostri diritti”.

Ad attenderli davanti a Palazzo Senatorio altri agricoltori, allevatori, pescatori, balneari e partite iva provenienti da tutta Italia. “La pesca ritorni al centro di ogni interesse umano”, si legge su uno striscione. E su un altro, “La pesca non deve morire”. Alla folla di partecipanti si sono aggiunti altri tricolori – mentre qualcuno grida “Italia, Italia” – e bandiere regionali. Anche una donna spagnola si unisce alla protesta e alcuni allevatori arrivano dall’Abruzzo, “dal mare alla montagna”, agitando i campanacci. “Stanno distruggendo gli allevamenti”, spiegano.

Gli ultrà, quelli contro tutti senza se e senza (Europa e governo) vanno avanti. Al grido “Non molliamo” gli agricoltori capitanati da Danilo Calvani si erano dato  appuntamento per giovedì alle 15 a Roma al Circo Massimo. È l’ex forcone  ad annunciare l’esibizione muscolare  ignorando l’accordo con il governo. “Questa è la risposta alla pagliacciata all’incontro del ministro con le sigle sindacali per decidere ciò che gli agricoltori stanno contestando. La nostra sarà solo la prima manifestazione nazionale di una serie: non molliamo”, conclude”.

Al Cra (comitati riuniti agricoli – agricoltori ‘traditi’) guidato Calvani, invece, non è bastato, invece, che il ministro Lollobrigida ricevesse una delegazione di agricoltori né l’impegno assunto in prima persona dalla premier Meloni. Tanto meno l’atteso messaggio letto  da Amadeus dal palco di Sanremo: “Chiediamo una legge chiara che garantisca la giusta distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare, con reciproci benefici per i produttori agricoli e per i consumatori”, è uno dei passaggi. “Non siamo in piazza per chiedere aiuti o sussidi – dice il popolo dei trattori –  ma solo per assicurarci che ci venga corrisposta la giusta remunerazione per il duro e insostituibile lavoro che svolgiamo quotidianamente. Grazie al quale ogni cittadino può mangiare ogni giorno. Questo purtroppo non avviene da tempo”.

Calvani, invece, sceglie la strada della manifestazione di piazza nella Capitale  per non perdere la luce dei riflettori. Saranno al massimo dieci i trattori che raggiungeranno via dell’Ara Massima di Ercole, che lambisce il Circo Massimo, ‘scortati’ dalle forze dell’ordine secondo un itinerario concordato.

“Noi oggi diciamo al governo che non chiediamo le sue dimissioni, chiediamo che governo e parlamento si assumino la responsabilità. Ieri c’è stato un incontro con il governo, stiamo valutando le risposte date e nel pomeriggio diremo cosa ne pensiamo. La cosa chiara e certa è che si apre un confronto su misure urgenti ma non ci servono contentini, ci servono riforme, ridare dignità agli agricoltori, agli artigiani, ai pescatori, alle città e alle comunità”, ha detto il presidente di Altragricoltura, Gianni Fabbris, in presidio davanti al Colosseo insieme a Popolo produttivo. “Abbiamo deciso di unire tutte le piccole imprese, quelle che fanno il made in Italy che non sono multinazionali e lobby – spiega il presidente di Popolo produttivo, Angelo di Stefano – Le scelte europee e nazionali devono coniugare la tutela ambientale e la conversione ecologica con il mantenimento delle attività produttive diffuse in mare, terra e lungo le coste”.

Un manifesto funebre attaccato a un tir. “Dopo una vita intensa e laboriosa – si legge – è venuta a mancare l’agricoltura. Con immensa gioia ne danno il triste annuncio lo Stato italiano e la Comunità europea”. È solo uno dei cartelli e degli striscioni che accompagnano la protesta degli agricoltori che hanno sfilato per le strade di Barletta a bordo di trattori su cui hanno issato la bandiera italiana. “Siamo tantissimi, i trattori sono circa 200 e il serpentone composto anche da semplici cittadini è lungo due chilometri”, spiega Ruggiero Tanzi che fa parte della sigla Liberi agricoltori barlettani, organizzatrice della manifestazione. “Chiediamo alle istituzioni di scendere in piazza con noi perché loro dovrebbero rapportarsi con Bruxelles e farsi portavoce delle nostre istanze”, aggiunge Tanzi evidenziando che “l’agricoltura sta vivendo un passaggio, una fase di transizione e il vero problema è che l’Europa fa calcoli a tavolino senza interpellare le varie Regioni ma facendo delle macroaree. La nostra, qui al Sud, è abbastanza piccola ma è ben diversa dal Nord Europa. Qua difficilmente le loro imposizioni si sposeranno con la nostra agricoltura”. Uno dei disagi per il settore pugliese, secondo i manifestanti, è la scarsità di acqua. “Abbiamo pozzi privati e per attingere l’acqua dobbiamo usare l’energia elettrica, il carburante invece – continua Tanzi – se ci fosse un piano nazionale di collaborazione tra Regioni, potremmo chiedere aiuto al Molise che è ricco di acqua o alla Campania. Oppure potrebbero essere creati nuovi invasi, perché nessuno lo fa?”. Una delegazione degli agricoltori sarà ricevuta in Prefettura.

Un corteo di 400 trattori ha riempito il parcheggio dello stadio Euganeo di Padova con gli agricoltori in testa a manifestare contro le misure di svantaggio nel loro settore. La protesta, a livello regionale, è stata concordata ieri sera nel tavolo tecnico che ha visto il questore Marco Odorisio confrontarsi con gli organizzatori per stabilire il tragitto, le modalità della protesta che non deve impattare sulla viabilità regionale. Così gli agricoltori si sono mossi in più tronconi e già 90 mezzi agricoli sono giunti a Padova, attraverso la strada del Santo, provenendo da Riese Pio X (Treviso). Altri 160 hanno attraversato la strada Adriatica dopo aver fatto sosta a Monselice preceduti dalla staffetta della polizia Stradale e dai vigili di vari comuni padovani diretti alla capoluogo euganeo. Un altro gruppo di 100 trattori è fermo, alle porte di Padova, in un campo agricolo appartenente a uno degli organizzatori in attesa di congiungersi con il corteo allo stadio Euganeo.

La protesta di agricoltori e imprenditori agricoli dell’Irpinia che, contestando le politiche agricole dell’Ue , hanno portato in corteo oltre cento trattori che si sono concentrati nell’area industriale di Flumeri, 29 gennaio 2024.

Blocchi in Sardegna su statali 129 e 131

Tocca la provincia di Nuoro, per la prima volta dall’avvio della mobilitazione in Sardegna, la protesta degli agricoltori e degli allevatori. Una trentina di trattori, venti camion e altrettante auto, si sono messi in marcia sulla statale 129 all’altezza di Bolotana per poi proseguire in direzione Cagliari, imboccando la 131, e rientrare sulla 129 da Borore. Rallentamenti e blocchi al traffico a singhiozzo hanno interessato entrambe le statali, con percorsi alternativi sulla 131 per la lunghezza di un chilometro. La polizia stradale ha scortato il corteo in movimento per gestire al meglio la viabilità. Dopo tre ore la carovana è rientrata a Bolotana per fare il punto sulla piattaforma da portare a Roma e Bruxelles.

Lollobrigida: “L’elettore del centrodestra punisce chi lavora per dividere”

Lollobrigida in merito al taglio dell’Irpef spiega a ‘La Stampa’ che il viceministro all’Economia Maurizio Leo “ha fatto una sua valutazione e lo ringrazio per aver trovato uno spazio. Anche questa è una misura fiscale e non penalizza la nostra azione sul taglio delle tasse”. Poi sugli attacchi di Salvini, dai trattori al terzo mandato, dice: “È noto che l’elettore del centrodestra vuole l’unità e punisce chi lavora per dividere. È già successo in passato”, come ai tempi degli attacchi di Gianfranco Fini a Silvio Berlusconi che “gli sono costati la leadership della destra italiana”.

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